Blitz dei deputati emiliani alla commissione affari costituzionali e bilancio, Approvato l'emendamento che sposta al 30 giugno 2013 il pagamento dei contributi per le aziende terremotate. Ma l'esecutivo non ci sta e promette battaglia lunedì in aula: "Mossa elettorale pericolosa per i conti pubblici"
Il governo Monti va sotto in Parlamento e per le imprese e i lavoratori dell’Emilia terremotata, terrorizzati dalle prossime scadenze fiscali che sarebbero arrivate il prossimo 16 dicembre, si apre uno spiraglio. Ieri nel tardo pomeriggio infatti in Commissione congiunta affari costituzionali e bilancio della Camera dei Deputati, l’esecutivo è stato battuto su un emendamento che sposta al 30 giugno 2013 il pagamento di tasse e contributi per le aziende di Emilia Romagna e Lombardia colpite dal sisma. Non ancora una vittoria per lavoratori e imprenditori colpiti dalle scosse di maggio, visto che l’iter parlamentare è ancora lungo, ma per i parlamentari emiliani è stato un segnale forte dato a Palazzo Chigi, che a sua volta ha espresso parere contrario.
L’emendamento pro Emilia è arrivato durante la discussione sul decreto legge 174, che oltre che del terremoto di occupa dei tagli alla politica. Il governo in un pomeriggio convulso è andato sotto anche su altre due misure: una cancella le penali per l’estinzione anticipata dei prestiti dei comuni verso la Cassa depositi e prestiti. L’altra misura, di matrice leghista, che però ha visto il Partito Democratico contrario, prevede invece che comuni ed enti locali possano revocare a Equitalia e alle sue società partecipate la gestione della riscossione dei tributi.
Ma è il voto sul terremoto quello che, a fine seduta, ha fatto esultare i parlamentari emiliani. “L’emendamento – ha spiegato a ilfattoquotidiano.it la deputata Pd Donata Lenzi – prevede il rinvio per il pagamento delle tasse e dei contributi a giugno 2013 e la possibilità, per i lavoratori dipendenti di un addebito sulla busta paga contenuto al quinto dello stipendio per le tasse arretrate”. La paura per i lavoratori colpiti dal terremoto è quella di ritrovarsi a dover pagare in un colpo solo tutte le tasse e soprattutto i contributi previdenziali che lo Stato aveva sospeso a partire dai giorni delle scosse a maggio. “Le nuove norme che abbiamo approvato sostanzialmente all’unanimità – ha spiegato Maino Marchi, deputato carpigiano del Pd – ampliano anche ai lavoratori che hanno avuto danni consistenti, la possibilità di sospensione dei tributi, la cosiddetta busta pesante, fino al 30 giugno 2013 e la possibilità di accedere al finanziamento della Cassa depositi e prestiti che permette di dilazionare la restituzione fino al giugno 2014″.
Se gli emendamenti dovessero passare lunedì anche nell’aula della Camera (e poi, non va dimenticato, superare il voto del Senato) per le imprese e i lavoratori del cosiddetto cratere sismico emiliano sarebbe una boccata d’ossigeno. Il governo però sembra deciso a dare battaglia. In commissione ieri c’era il sottosegretario all’economia Gianfranco Polillo, che ha tacciato il voto dei deputati come una mossa elettorale. Una mossa pericolosa per i conti pubblici, che Palazzo Chigi potrebbe bloccare a sua volta. Come? Per esempio eliminandola dal maxi-emendamento che andrà in aula lunedì o anche, per esempio, facendola bloccare dai rilievi della Ragioneria dello stato. Secondo il governo infatti sarebbero 140 i milioni che non entrerebbero. Secondo i deputati promotori dell’emendamento a favore dell’Emilia, sarebbero invece molti meno, appena 3 milioni, relativi agli interessi.
“Vedremo come affrontare la questione, ma di fronte a Monti abbiamo comunque affermato il principio”, spiega Donata Lenzi. Lenzi ha fatto parte di una vera e propria “cordata” di parlamentari emiliani giunti a Roma apposta per la riunione di ieri. “Abbiamo partecipato alla Commissione Bilancio e Affari costituzionali, pur non facendone parte, ma sostituendo colleghi di altre regioni che hanno lasciato il loro posto in occasione della discussione sui decreti”.