“Questa non è lotta politica. E’ premeditato omicidio politico”. Antonio Di Pietro alza i toni, dal suo blog, a proposito delle voci di un ormai prossimo scioglimento dell’Italia dei Valori. “Esattamente ciò che avevo denunciato anche giorni addietro in una mia accorata intervista su Il Fatto quotidiano, allorché dissi che alcune mirate calunnie stavano facendo morire il partito. Mi viene davvero voglia di urlare una volta per tutte: e mo’ basta con tutte queste sciocchezze”, aggiunge l’ex pm che si dice “ben conscio che i signori della disinformazione e del killeraggio politico si devono liberare dell’Italia dei Valori prima delle prossime elezioni nazionali”. Per il leader Idv “il motivo è semplice e banale: sanno che non siamo disponibili a squallidi inciuci e compromessi inaccettabili e quindi vorrebbero semplicemente evitare che Idv possa tornare ancora una volta in Parlamento”. Si tratta del terzo giorno consecutivo in cui il presidente dell’Idv interviene attraverso il suo blog: prima per replicare alle accuse sul patrimonio immobiliare rivoltegli dopo un’inchiesta di Report, poi per respingere gli attacchi arrivati anche dalla satira di Maurizio Crozza.
E’ per evitare questo, aggiunge Di Pietro, che “addirittura stanno arzigogolando una nuova legge elettorale, cucita a misura solo per evitare che Idv, e solo Idv, possa raggiungere il quorum. La lotta politica mi sta bene, a patto però che essa venga giocata senza colpi proibiti e senza trucchi, tipo quest’ultima boiata informativa secondo cui io starei sciogliendo il partito: ballon d’essai lanciato appositamente per indurre i simpatizzanti, dirigenti e quadri operativi del partito a sciogliere le righe e andare tutti a casa”. Perché, è la convinzione dell’ex pm, “l’Italia dei Valori è una formazione politica scomoda alle politiche dell’inciucio, finora portate avanti a destra e a sinistra, e quindi un nostro forte successo elettorale e la conseguente massiccia nostra presenza in Parlamento, nella prossima legislatura, impedirebbero al centrosinistra di fare alleanze con chi ha fatto comunella in tutti questi anni, prima con il governo Berlusconi e ora con il governo Monti. Parlo dell’Udc se non si è capito, la cui mission è stare al governo, non importa se con la destra o con la sinistra purché ci sia una poltrona da spartire”.
“Ad oggi né programmata né ideata un’intesa con il Movimento Cinque Stelle”
Ma c’è di più. Di Pietro, alla fine, spazza via qualsiasi ipotesi di intesa con il Movimento Cinque Stelle: “Io e Beppe Grillo, in questi giorni, non ci siamo nemmeno sentiti – scrive sul blog il leader dell’Italia dei Valori – ma immagino che pure lui si stia facendo un sacco di risate leggendo e sentendo le mille ricostruzioni fantasiose circa il nostro comune futuro politico (che ad oggi non abbiamo nemmeno ideato o programmato, ma di cui leggiamo ampie immaginifiche ricostruzioni da parte di variegati commentatori politici) e, soprattutto, percependo le paure che una tale eventualità incute al sottobosco della politica tradizionale”.
“Il successo dei Cinque Stelle ci stimolano a fare meglio”
Piuttosto il successo dei Cinque Stelle deve stimolare a fare meglio, secondo il presidente dell’Italia dei Valori: “Il successo di M5S, anche maggiore rispetto al nostro, non ci infastidisce affatto. Anzi ci stimola a migliorare, soprattutto con riferimento alle modalità di ricerca e selezione della classe dirigente, e a trovare sinergie in battaglie comuni. Per quanto mi riguarda, rimarrò alla guida di IdV fino a quando Dio e i nostri e iscritti e militanti lo vorranno”.
“Lo scioglimento dell’Idv è una boiata informativa”
Dunque lo scioglimento dell’Idv è una “boiata informativa”. “Questa mattina – chiarisce – ho appreso, leggendo la solita Unità e facendo finta di ascoltare il solito Tg4, che avrei lasciato al proprio destino l’Italia dei Valori per fondare un nuovo partito, di cui addirittura avrei già pronto il simbolo di colore viola che racchiude semplicemente la parola ‘Basta’. Ovviamente io non ne so nulla, come non sapevo nulla delle 56 case che di recente mi hanno falsamente attribuito, pur di farmi passare per palazzinaro”. “Ma una cosa è vera – aggiunge Di Pietro – anzi due: sto diventando davvero ‘viola’ di rabbia per le continue falsità e calunnie che mi vengono riversate addosso”.
“Per decidere le intese, attendiamo la fine delle primarie”
Così l’Italia dei Valori aspetta che il quadro politico si stabilizzi. “A livello nazionale, ad oggi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta alla nostra proposta ma è nostra intenzione aspettare fino alla fine delle primarie di Pd, Sel e Psi, dato che al loro interno vi sono vistose divergenze sul futuro politico e programmatico che intendono portare avanti”. “Sia ben chiaro, però, che accordi di coalizione con noi vi potranno essere solo su base programmatica, come ad esempio: l’accettazione degli obiettivi dei nostri quesiti referendari, il ritiro delle truppe dall’Afghanistan, una più equa ripartizione del carico fiscale, una maggiore attenzione al mondo del lavoro e, più in generale, una dichiarata esplicita discontinuità dalle attuali politiche del Governo Monti”, spiega l’ex magistrato. “Questo esecutivo, infatti, sta andando avanti solo a colpi di fiducia in Parlamento, in quanto nessuna forza politica approverebbe, nel merito, gli iniqui provvedimenti che sta emanando, tipo il ‘patto di stabilità’ attualmente in discussione”.
Donadi: “L’ennesimo tentativo di negare l’evidenza dei fatti”
Ma di nuovo Di Pietro finisce nel mirino delle critiche del capogruppo dell’Idv alla Camera, Massimo Donadi, che già nei giorni scorsi ha usato parole di fuoco contro il leader del partito. ”L’ultimo intervento di Di Pietro sul suo blog è solo l’ennesimo tentativo di negare l’evidenza dei fatti” dice. “Un modo per rinviare – sottolinea – il confronto sul futuro politico di Idv e mettere, come sempre, tutti davanti al fatto compiuto. Per dirla in ‘dipietrese’: è vero o non è vero che nell’ultimo ufficio di presidenza, solo pochi giorni fa, ha proposto lo scioglimento di Idv? La sua intervista al Fatto, inoltre, gli interventi di Orlando e Zipponi di oggi, la ricostruzione assolutamente veritiera dell’Unità sul simbolo della nuova formazione politica (e non di una campagna referendaria come si tenta di far credere) rendono evidente che si sta andando verso lo scioglimento di Italia dei Valori in un nuovo contenitore che nulla ha in comune con la nostra storia degli ultimi dodici anni. A questo punto è chiaro che serve un chiarimento politico sul futuro di Italia dei Valori. Se il presidente vuole compiere questo passo ha il dovere di farlo seguendo le regole della democrazia politica, presentando il progetto agli iscritti. Non, come al solito, mettendo tutti davanti al fatto compiuto”.
Formisano: “Finalmente la linea politica giusta”
Le dichiarazioni di Di Pietro tuttavia sono piaciute a Nello Formisano, responsabile Mezzogiorno dell’Italia dei Valori e segretario regionale del partito in Campania: “Finalmente la linea politica illustrata dal presidente Di Pietro, attraverso un lungo post appena pubblicato sul suo blog, è quella giusta e sulla quale si è sempre ritrovata la stragrande maggioranza dell’elettorato, dei miltanti e del gruppo dirigente dell’Italia dei Valori”. “Speriamo – conclude – che non cambi nuovamente idea”. Intanto il senatore Stefano Pedica annuncia una manifestazione pro Di Pietro: “Una manifestazione dal titolo ‘Ripartire’, per dire forte e chiaro che Antonio Di Pietro resta il nostro leader. A questa giornata parteciperanno non solo tanti militanti e simpatizzanti ma soprattutto la società civile composta dalle famiglie, dai lavoratori in lotta, dai giovani”.
Elezioni 2013
Di Pietro: “Contro Idv omicidio politico Intesa con Grillo? Mai in programma”
L'ex pm sul suo blog: "Sanno che non siamo disponibili a inciuci e vogliono evitare che possiamo tornare ancora in Parlamento". I Cinque Stelle? "Hanno successo e ci stimolano a fare meglio. Il nostro scioglimento è una boiata". Ma Donadi contrattacca: "L'ennesimo tentativo di negare i fatti"
“Questa non è lotta politica. E’ premeditato omicidio politico”. Antonio Di Pietro alza i toni, dal suo blog, a proposito delle voci di un ormai prossimo scioglimento dell’Italia dei Valori. “Esattamente ciò che avevo denunciato anche giorni addietro in una mia accorata intervista su Il Fatto quotidiano, allorché dissi che alcune mirate calunnie stavano facendo morire il partito. Mi viene davvero voglia di urlare una volta per tutte: e mo’ basta con tutte queste sciocchezze”, aggiunge l’ex pm che si dice “ben conscio che i signori della disinformazione e del killeraggio politico si devono liberare dell’Italia dei Valori prima delle prossime elezioni nazionali”. Per il leader Idv “il motivo è semplice e banale: sanno che non siamo disponibili a squallidi inciuci e compromessi inaccettabili e quindi vorrebbero semplicemente evitare che Idv possa tornare ancora una volta in Parlamento”. Si tratta del terzo giorno consecutivo in cui il presidente dell’Idv interviene attraverso il suo blog: prima per replicare alle accuse sul patrimonio immobiliare rivoltegli dopo un’inchiesta di Report, poi per respingere gli attacchi arrivati anche dalla satira di Maurizio Crozza.
E’ per evitare questo, aggiunge Di Pietro, che “addirittura stanno arzigogolando una nuova legge elettorale, cucita a misura solo per evitare che Idv, e solo Idv, possa raggiungere il quorum. La lotta politica mi sta bene, a patto però che essa venga giocata senza colpi proibiti e senza trucchi, tipo quest’ultima boiata informativa secondo cui io starei sciogliendo il partito: ballon d’essai lanciato appositamente per indurre i simpatizzanti, dirigenti e quadri operativi del partito a sciogliere le righe e andare tutti a casa”. Perché, è la convinzione dell’ex pm, “l’Italia dei Valori è una formazione politica scomoda alle politiche dell’inciucio, finora portate avanti a destra e a sinistra, e quindi un nostro forte successo elettorale e la conseguente massiccia nostra presenza in Parlamento, nella prossima legislatura, impedirebbero al centrosinistra di fare alleanze con chi ha fatto comunella in tutti questi anni, prima con il governo Berlusconi e ora con il governo Monti. Parlo dell’Udc se non si è capito, la cui mission è stare al governo, non importa se con la destra o con la sinistra purché ci sia una poltrona da spartire”.
“Ad oggi né programmata né ideata un’intesa con il Movimento Cinque Stelle”
Ma c’è di più. Di Pietro, alla fine, spazza via qualsiasi ipotesi di intesa con il Movimento Cinque Stelle: “Io e Beppe Grillo, in questi giorni, non ci siamo nemmeno sentiti – scrive sul blog il leader dell’Italia dei Valori – ma immagino che pure lui si stia facendo un sacco di risate leggendo e sentendo le mille ricostruzioni fantasiose circa il nostro comune futuro politico (che ad oggi non abbiamo nemmeno ideato o programmato, ma di cui leggiamo ampie immaginifiche ricostruzioni da parte di variegati commentatori politici) e, soprattutto, percependo le paure che una tale eventualità incute al sottobosco della politica tradizionale”.
“Il successo dei Cinque Stelle ci stimolano a fare meglio”
Piuttosto il successo dei Cinque Stelle deve stimolare a fare meglio, secondo il presidente dell’Italia dei Valori: “Il successo di M5S, anche maggiore rispetto al nostro, non ci infastidisce affatto. Anzi ci stimola a migliorare, soprattutto con riferimento alle modalità di ricerca e selezione della classe dirigente, e a trovare sinergie in battaglie comuni. Per quanto mi riguarda, rimarrò alla guida di IdV fino a quando Dio e i nostri e iscritti e militanti lo vorranno”.
“Lo scioglimento dell’Idv è una boiata informativa”
Dunque lo scioglimento dell’Idv è una “boiata informativa”. “Questa mattina – chiarisce – ho appreso, leggendo la solita Unità e facendo finta di ascoltare il solito Tg4, che avrei lasciato al proprio destino l’Italia dei Valori per fondare un nuovo partito, di cui addirittura avrei già pronto il simbolo di colore viola che racchiude semplicemente la parola ‘Basta’. Ovviamente io non ne so nulla, come non sapevo nulla delle 56 case che di recente mi hanno falsamente attribuito, pur di farmi passare per palazzinaro”. “Ma una cosa è vera – aggiunge Di Pietro – anzi due: sto diventando davvero ‘viola’ di rabbia per le continue falsità e calunnie che mi vengono riversate addosso”.
“Per decidere le intese, attendiamo la fine delle primarie”
Così l’Italia dei Valori aspetta che il quadro politico si stabilizzi. “A livello nazionale, ad oggi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta alla nostra proposta ma è nostra intenzione aspettare fino alla fine delle primarie di Pd, Sel e Psi, dato che al loro interno vi sono vistose divergenze sul futuro politico e programmatico che intendono portare avanti”. “Sia ben chiaro, però, che accordi di coalizione con noi vi potranno essere solo su base programmatica, come ad esempio: l’accettazione degli obiettivi dei nostri quesiti referendari, il ritiro delle truppe dall’Afghanistan, una più equa ripartizione del carico fiscale, una maggiore attenzione al mondo del lavoro e, più in generale, una dichiarata esplicita discontinuità dalle attuali politiche del Governo Monti”, spiega l’ex magistrato. “Questo esecutivo, infatti, sta andando avanti solo a colpi di fiducia in Parlamento, in quanto nessuna forza politica approverebbe, nel merito, gli iniqui provvedimenti che sta emanando, tipo il ‘patto di stabilità’ attualmente in discussione”.
Donadi: “L’ennesimo tentativo di negare l’evidenza dei fatti”
Ma di nuovo Di Pietro finisce nel mirino delle critiche del capogruppo dell’Idv alla Camera, Massimo Donadi, che già nei giorni scorsi ha usato parole di fuoco contro il leader del partito. ”L’ultimo intervento di Di Pietro sul suo blog è solo l’ennesimo tentativo di negare l’evidenza dei fatti” dice. “Un modo per rinviare – sottolinea – il confronto sul futuro politico di Idv e mettere, come sempre, tutti davanti al fatto compiuto. Per dirla in ‘dipietrese’: è vero o non è vero che nell’ultimo ufficio di presidenza, solo pochi giorni fa, ha proposto lo scioglimento di Idv? La sua intervista al Fatto, inoltre, gli interventi di Orlando e Zipponi di oggi, la ricostruzione assolutamente veritiera dell’Unità sul simbolo della nuova formazione politica (e non di una campagna referendaria come si tenta di far credere) rendono evidente che si sta andando verso lo scioglimento di Italia dei Valori in un nuovo contenitore che nulla ha in comune con la nostra storia degli ultimi dodici anni. A questo punto è chiaro che serve un chiarimento politico sul futuro di Italia dei Valori. Se il presidente vuole compiere questo passo ha il dovere di farlo seguendo le regole della democrazia politica, presentando il progetto agli iscritti. Non, come al solito, mettendo tutti davanti al fatto compiuto”.
Formisano: “Finalmente la linea politica giusta”
Le dichiarazioni di Di Pietro tuttavia sono piaciute a Nello Formisano, responsabile Mezzogiorno dell’Italia dei Valori e segretario regionale del partito in Campania: “Finalmente la linea politica illustrata dal presidente Di Pietro, attraverso un lungo post appena pubblicato sul suo blog, è quella giusta e sulla quale si è sempre ritrovata la stragrande maggioranza dell’elettorato, dei miltanti e del gruppo dirigente dell’Italia dei Valori”. “Speriamo – conclude – che non cambi nuovamente idea”. Intanto il senatore Stefano Pedica annuncia una manifestazione pro Di Pietro: “Una manifestazione dal titolo ‘Ripartire’, per dire forte e chiaro che Antonio Di Pietro resta il nostro leader. A questa giornata parteciperanno non solo tanti militanti e simpatizzanti ma soprattutto la società civile composta dalle famiglie, dai lavoratori in lotta, dai giovani”.
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I criteri per sostituire le caldaie nelle scuole sono cambiati in corsa: il governo non rimborsa interventi già fatti. L’accusa: “Questo stallo va avanti da mesi”
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Trump e Putin decidono le condizioni per la tregua in Ucraina, ma l’Europa frena di già. Scenari post guerra | Fantasmi elettorali a Kiev
Berlino, 19 mar. (Adnkronos/Afp) - Vladimir "Putin sta giocando". E' il commento della Germania dopo i nuovi attacchi russi denunciati dall'Ucraina, il giorno dopo l'accordo per una tregua limitata concluso dal presidente russo con il suo omologo americano Donald Trump durante la loro lunga telefonata di ieri.
"Abbiamo riscontrato che gli attacchi alle infrastrutture civili non sono assolutamente diminuiti durante la prima notte dopo questa telefonata apparentemente rivoluzionaria e formidabile", ha detto il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius in un'intervista televisiva.
Tel Aviv, 19 mar. (Adnkronos/afp) - Il governo israeliano ha approvato nella notte il ritorno di Itamar Ben Gvir alla carica di ministro della Sicurezza nazionale. Lo ha indicato in un comunicato stampa l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu.
"Il governo ha approvato all'unanimità la proposta del primo ministro Benjamin Netanyahu di rinominare il deputato Itamar Ben Gvir ministro della Sicurezza nazionale", si legge nel testo. Ben Gvir si è dimesso dal suo incarico il 19 gennaio, in disaccordo con la decisione di tregua con Hamas che ha definito “scandalosa”.
Sana'a, 19 mar. (Adnkronos) - Almeno 10 attacchi americani hanno colpito alcune zone dello Yemen, tra cui la provincia di Saada e Hodeidah. Lo hanno riferito i media Houthi dello Yemen. Gli Stati Uniti hanno lanciato un'ondata di attacchi nelle zone dello Yemen controllate dagli Houthi, alleati dell'Iran, che la scorsa settimana hanno dichiarato di voler riprendere gli attacchi alle navi mercantili del Mar Rosso per sostenere i palestinesi a Gaza.
Sana'a, 19 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno condotto una "operazione militare di alta qualità" contro la USS Harry S Truman. Lo ha reso noto un portavoce dell'organizzazione terroristica, secondo cui l'operazione, la quarta in 72 ore, prevedeva anche un attacco a "diverse navi da guerra nemiche" e ha sventato "un attacco aereo che si stava preparando contro il nostro Paese".
Washington, 19 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il Consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz torneranno in Arabia Saudita per colloqui su un cessate il fuoco nella guerra tra Russia e Ucraina. Lo ha dichiarato a Fox News l'inviato speciale del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff. Parlando poche ore dopo la lunga telefonata fra il presidente americano Donald Trump con il presidente russo Vladimir Putin, Witkoff ha affermato che i colloqui su un accordo di cessate il fuoco "inizieranno domenica a Gedda".
Riferendosi a un cessate il fuoco sulle infrastrutture energetiche e sugli obiettivi nel Mar Nero, Witkoff afferma: "Penso che entrambi siano ora concordati con i russi. Sono fiducioso che gli ucraini saranno d'accordo".
Ankara, 19 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dai media, la polizia turca ha arrestato il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, uno dei principali avversari politici del presidente Recep Tayyip Erdogan, nell'ambito di un'indagine su presunti legami con corruzione e terrorismo. L'agenzia statale Anadolu Agency afferma che i procuratori hanno emesso mandati di cattura per circa altre 100 persone. Le autorità hanno chiuso diverse strade intorno a Istanbul e vietato le manifestazioni in città per quattro giorni, in un apparente tentativo di prevenire le proteste dopo l'arresto.
La Turchia sta inoltre limitando l'accesso a numerose piattaforme di social media, tra cui X, YouTube, Instagram e TikTok, ha affermato l'osservatorio Internet Netblocks. L'arresto è avvenuto dopo una perquisizione della casa di Ekrem Imamoglu, un giorno dopo che un'università aveva invalidato il suo diploma di laurea, squalificando di fatto la popolare figura dell'opposizione dalla corsa alla presidenza. Avere una laurea è un requisito per candidarsi alle elezioni secondo la legge turca.
Il partito del sindaco, il principale partito di opposizione Republican People's Party, terrà le primarie domenica, dove Imamoglu dovrebbe essere scelto come candidato per le future elezioni presidenziali. Le prossime elezioni presidenziali in Turchia sono previste per il 2028, ma sono probabili elezioni anticipate. "Stiamo affrontando una grande tirannia, ma voglio che sappiate che non mi scoraggerò", afferma Imamoglu in un messaggio video pubblicato sui social media. Accusa il governo di "usurpare la volontà" del popolo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Sì al rafforzamento della difesa, ma senza toccare i fondi di coesione; no all'invio di truppe italiane in Ucraina, tema che "non è mai stato all'ordine del giorno", come pure l'esercito comune europeo; Europa e Usa devono restare uniti, perché è "inimmaginabile" costruire delle "efficaci garanzie di sicurezza" dividendo le due sponde dell'Atlantico; e sui dazi, bisogna evitare "rappresaglie'' e trovare "soluzioni di buonsenso" provando a scongiurare una guerra commerciale con Donald Trump. Davanti alla platea di Palazzo Madama, la premier Giorgia Meloni ha tracciato ieri la linea che il governo italiano porterà al tavolo del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 marzo, dove si parlerà di Ucraina e del maxi-piano di riarmo targato Ursula von der Leyen. Una posizione, quella dell'esecutivo, sintetizzata nella risoluzione in 12 punti della maggioranza, frutto di un paziente lavoro di mediazione che ha visto protagonista il ministro degli Affari Ue Tommaso Foti, oltre ai capigruppo del centrodestra.
Alla sinistra della premier ha preso posto il ministro degli Esteri Antonio Tajani; alla destra, quello dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Assente il vicepremier leghista Matteo Salvini, all'estero per impegni istituzionali. Ma il ministro delle Infrastrutture ha tenuto in mattinata ad augurare 'in bocca al lupo' a Meloni in una telefonata che i rispettivi staff definiscono "cordiale e amichevole". I due, si leggeva in una nota, hanno scherzato "sugli ennesimi retroscena che raccontano di presunti litigi" nel governo: la Lega è "il collante della maggioranza", ribadiva Salvini a Meloni durante il colloquio.
Meloni ha preso la parola in Aula sottolineando l'importanza dell'attuale momento storico, "decisivo per il destino dell'Italia, dell'Europa e dell'Occidente". E' partita dai temi economici ed energetici, il capo del governo: competitività (l'Europa non deve rassegnarsi "al ruolo di gregario"); decarbonizzazione "sostenibile per le nostre imprese e per i nostri cittadini"; automotive, settore "strategico" che "non può essere abbandonato al proprio destino"; semplificazione, perché - ha messo in guardia Meloni - "se l'Europa pensa di sopravvivere a questa fase continuando a pretendere di iper regolamentare tutto, non sopravviverà"; sicurezza ed interconnessioni energetiche, nell'ottica del Piano Mattei caro all'Italia; completamento dell'Unione dei mercati dei capitali per stimolare gli investimenti privati.
Non è formalmente nell'agenda del Consiglio europeo, ma il tema dei dazi americani aleggia sul prossimo summit Ue e anche sull'Aula di Palazzo Madama. Meloni non è sfuggita alla questione, vista la sua delicatezza per una Nazione esportatrice come l'Italia: il quadro "è complesso", ha ammesso la premier, ma bisogna lavorare "con concretezza e pragmatismo" per trovare un'intesa con gli Usa di Trump, evitando "rappresaglie" e scongiurando, così, una "guerra commerciale" che secondo Meloni "non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l'Europa".
Migranti e Medio Oriente sono altri due argomenti affrontati da Meloni nel suo discorso: l'Italia, ha detto la leader di Fdi, segue "con grande attenzione il ricorso pregiudiziale innanzi alla Corte di Giustizia, relativo ai trattenimenti in Albania" e auspica "che la Corte scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio". Meloni poi non ha nascosto la sua "grande preoccupazione" per la ripresa dei combattimenti a Gaza, così come per la situazione in Siria.
A proposito del conflitto russo-ucraino, Meloni ha ricordato il "massimo sostegno" che il governo sin dall'inizio della guerra ha garantito a Kiev: una scelta di campo "rimasta immutata", ha rivendicato, "non soltanto per Fratelli d'Italia, ma per l'intera maggioranza di centrodestra". Meloni ha salutato con favore la nuova fase di negoziati, dichiarando il suo sostegno per "gli sforzi del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump".
E' l'unità tra Ue e Usa, il concetto che l'inquilina di Palazzo Chigi si è sforzata di rimarcare: "Non è immaginabile costruire garanzie di sicurezza efficaci e durature dividendo l'Europa e gli Stati Uniti". E' giusto, ha osservato Meloni, "che l'Europa si attrezzi per fare la propria parte, ma è nella migliore delle ipotesi ingenuo, nella peggiore folle, pensare che oggi possa fare da sola, senza la Nato" e chi prova a scavare "un solco tra le due sponde dell'Atlantico, non fa che indebolire l'intero Occidente, a beneficio di ben altri attori". La presidente di Fratelli d'Italia ha poi ribadito quanto già dichiarato in diversi consessi, nelle ultime settimane: l'invio di truppe italiane in Ucraina "non è mai stato all'ordine del giorno, così come riteniamo che l'invio di truppe europee - proposto in prima battuta da Regno Unito e Francia - sia un'opzione molto complessa, rischiosa e poco efficace".
Altro grande tema in discussione è stato il potenziamento della difesa del Vecchio Continente. Meloni è tornata a bocciare il nome del piano 'ReArm Europe', definendolo "fuorviante per i cittadini". Ma la questione posta da Meloni non è soltanto semantica. L'annuncio dello stanziamento di 800 miliardi per la difesa da parte della Commissione Ue è "roboante" rispetto alla realtà, ha sottolineato Meloni, perché quelle non sono "risorse che vengono tolte da altri capitoli di spesa né risorse aggiuntive europee". A questo proposito, la premier ha ricordato il fermo 'no' del governo all'ipotesi di spostare i fondi di coesione destinati alle aree svantaggiate del Sud sul settore difesa.
I conti pubblici vanno preservati, nonostante il loro stato di salute sia "molto buono" e una manovra correttiva non sia "nei radar" del governo. Per questo, ha spiegato, l'Italia "valuterà con grande attenzione l'opportunità o meno di attivare gli strumenti previsti dal piano" che prevedono anche il ricorso a deficit aggiuntivo.
La strada indicata dal governo italiano va nella direzione di un meccanismo di garanzie pubbliche europee sul modello 'InvestEu' "per mobilitare più efficacemente i capitali privati e rilanciare gli investimenti nel settore della difesa".
Due i passaggi più applauditi del discorso di Meloni: il riferimento a Papa Francesco, al quale la premier ha augurato una pronta guarigione, e la solidarietà nei confronti del Capo dello Stato Sergio Mattarella, più volte attaccato dal Cremlino. La citazione di Pericle ha chiuso l'intervento della presidente del Consiglio: "La felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio".
Nonostante le fibrillazioni che hanno attraversato il centrodestra negli ultimi giorni, le comunicazioni di Meloni non hanno deluso le aspettative della Lega. Il Carroccio - sotto i riflettori per il suo voto contrario al piano von der Leyen a Strasburgo - ha espresso il suo apprezzamento per un discorso che "va nella giusta direzione, fortemente auspicata da Salvini", ossia: "Niente truppe italiane in Ucraina e nessuna ipotesi di esercito europeo, nessun taglio ai fondi per lo sviluppo e nessun accenno a un debito comune europeo, massimo sostegno all'impegno di Donald Trump per la pace e investimenti per la sicurezza in Italia". La risoluzione di maggioranza alla fine è passata con 109 sì, 69 contrari e 4 astenuti. Oggi il bis alla Camera dei deputati. (di Antonio Atte)