Lega verso il Pirellone in corsa solitaria con Roberto Maroni e senza Pdl, anche se a dare il via libera al candidato prescelto sarà il consiglio federale. Ad annunciarlo è Matteo Salvini, segretario nazionale in Lombardia, che su Twitter spiega la linea del Carroccio alle prossime regionali. “La segreteria politica della Lega Nord dice ‘da soli in Lombardia’ – scrive sul sito di microblogging – lunedì al consiglio federale l’ultima parola”. A chi gli ha chiesto se la corsa solitaria significhi la definitiva separazione dal partito di Alfano in Lombardia, Salvini ha risposto: “Mi sembra che nel Pdl ci sia un po’ di confusione. Per noi è chiuso il discorso con il vecchio, con Cl, con Formigoni, con Fini. Chiunque si alleerà con Fini non sarà alleato con la Lega”, ha continuato con riferimento all’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, il quale si è detto disposto a correre sostenuto da un’alleanza allargata alle formazioni centriste come l‘Udc e Fli.
Salvini ha dichiarato che il suo partito sta lavorando alla creazione di “liste civiche a supporto” alla candidatura di Maroni e in particolare, ha spiegato, ci sarà “una lista “Maroni presidente” di cui farà parte “esclusivamente gente non tesserata Lega”. Lo stesso modello che ha portato alla rielezione di Flavio Tosi a Verona. Le liste saranno fatte di “molti nomi nuovi che non hanno mai fatto politica, dal mondo del volontariato, dell’imprenditoria e delle professioni e alcuni anche con candidature precedenti sia da destra sia da sinistra” e la Lega è già al lavoro per mettere a punto il programma e le tappe della campagna elettorale.
Intanto Maroni, all’indomani dell’inchiesta di Report dedicata agli scandali che hanno travolto la Regione Lombardia, commenta su Facebook: “L’inchiesta sulla Regione Lombardia mi rafforza nella convinzione che il prossimo governatore dovrà usare la ramazza e fare pulizia, a partire dai piani alti del Pirellone”.
POLEMICHE SUI MANIFESTI – Il consigliere regionale dimissionario del Carroccio, Massimiliano Romeo, critico su un fotomontaggio che si ispira a una discussa campagna elettorale della Benetton dove il Papa baciava un imam, ha chiesto che i sindaci lombardi ”non autorizzino l’affissione” dei manifesti di Sel, già comparsi nei giorni scorsi a Milano, che raffigurano un bacio tra il presidente Roberto Formigoni e il leader della Lega Nord Roberto Maroni, rappresentati con una coppola in testa. Il manifesto infatti allude alle inchieste sulle infiltrazioni mafiose al Pirellone e riporta la scritta “Mai più Roberto”. “Il manifesto di Sel che raffigura Maroni come un mafioso, con tanto di coppola in testa, non ha nulla di politico ma è solo un oltraggio al ministro dell’Interno che più di tutti ha saputo contrastare la criminalità organizzata – ha spiegato Romeo – Il segretario federale del Carroccio ha fatto bene ad avviare un’azione legale contro gli ideatori di questo messaggio fuorviante e diffamatorio”.
Pronta la risposta di Chiara Cremonesi, capogruppo di Sel in Regione Lombardia: “Romeo invece di chiedere la censura per dei manifesti ci spieghi che cosa faceva Roberto Maroni da ministro degli Interni per non accorgersi di quello che accadeva nella sua Regione e nel suo partito. Noi ricordiamo un Maroni che litigava con Saviano dicendo che in Lombardia la mafia non esiste; Maroni era omertoso o incapace?”.