Arrivederci dottor Ingroia
Mesi fa, dopo il 19 luglio scorso, appena venuta a conoscenza della partenza del dottor Ingroia per il Guatemala, gli ho scritto di getto una lettera, dopo aver sentito tutte le critiche, i commenti cinici e le opinioni di tutti. L’ho spedita a tutti gli indirizzi che mi venivano in mente con il suo nome e cognome ma non ho mai saputo se uno di quelli fosse proprio il suo. Oggi mi è capitata di nuovo tra le mani ed ho pensato che forse, pubblicandola, potesse arrivargli più facilmente. Voleva essere una lettera privata ma visto che non ci sono scritti segreti di Stato ma solo le mie emozioni e pensieri… perché no?
Oggi, dopotutto, è il giorno in cui lascia l’Italia e questo è il mio modo per dirgli “arrivederci, dottore”.
Caro dottor Ingroia,
spero che questa mail non finisca nello spam visto lo strano mittente ma non mi sembrava giusto mandarle una mail dall’indirizzo della redazione 19luglio1992.com.
Sono Federica, collaboro con Salvatore Borsellino in redazione da tre anni, con Angelo, Marco e Martina organizziamo le tre giornate di Palermo per il 19 luglio.
Non le farò perdere tempo, sarò breve.
Volevo solo esprimerle la mia vicinanza per la scelta che ha deciso di prendere. Non mi è piaciuta, mi sono sentita un po’ abbandonata, mi è venuto spesso da pensare di seguire il suo esempio ed andarmene da qui… 3 anni fa avevo un biglietto aereo di sola andata per Londra, poi ho conosciuto Salvatore, lei e gli altri ragazzi delle Agende Rosse e… l’ho strappato. Ora sono solo molto confusa, non so se questa Italia cambierà mai.
Non conosco i motivi della sua decisione, quelli che ho sentito non mi convincono del tutto, però sono convinta che sappia benissimo quello che fa e che se ha deciso così lo ha fatto pensando che fosse la scelta migliore che potesse fare.
L’Italia ha bisogno di uomini onesti, non ha bisogno di eroi. Altrimenti la gente si accascia, facendo solo il tifo quando sono vivi e piangendoli con rabbia quando sono morti. Ognuno deve fare le proprie scelte e nessuno può adagiarsi sul lavoro di altri e ancor meno può dirle cosa fare.
Che abbia scelto il Guatemala per aiutare in qualche modo il processo o che lo abbia fatto solo per tirare il fiato per un po’, io continuerò a fidarmi di lei. Non sono mai stata una sua fan, non le ho mai chiesto autografi o fotografie, perché non penso lei sia un eroe, non sarebbe nemmeno giusto nei suoi confronti, secondo me. Penso solo che lei sia una persona onesta e sincera, una persona che ha a cuore lo Stato e i suoi cittadini e la mia fiducia in lei continuerà a rimanere tale, errori passati, presenti o futuri inclusi. Perché credo che la qualità migliore dell’essere umano sia proprio la capacità di credere nelle persone ed io credo in lei.
Quindi stia attento in Guatemala, si prenda tutto il tempo che le serve e poi… poi non ci dimentichi e torni da noi, perché finché lei non tornerà io, Salvatore e gli altri ragazzi rimarremo qui a combattere ancora più di prima, le giuro che la giostra continuerà a girare e il suo cavallo non lo occuperà nessuno, in attesa di essere restituito al suo legittimo cavaliere.
La ringrazio di essere uno degli italiani per cui posso ancora andare fiera del mio paese. Non ci conosciamo ma le voglio bene.
Stia attento e abbia cura di sè, ci penseremo noi a stare accanto ai suoi colleghi.
Con stima e affetto,
Federica Fabbretti