L'accusa è di riciclaggio in relazione al caso Maugeri - sotto inchiesta a Lugano anche l'ex presidente ella fondazione e l'ex manager Passerino - ma si ipotizzano legami anche con l'inchiesta San Raffaele. Nel mirino una settantina di milioni in presunti fondi neri
Sono indagati anche in Svizzera alcuni i protagonisti degli scandali della sanità in Lombardia. Il faccendiere Pierangelo Daccò, l’ex assessore regionale Antonio Simone, l’ex patron della Fondazione Maugeri, Umberto Maugeri, e l’ex direttore amministrativo, Costantino Passerino, risultano sotto inchiesta per riciclaggio in un’indagine avviata dal procuratore pubblico cantonale di Lugano Raffaella Rigamonti. I quattro verranno interrogati per rogatoria dal magistrato svizzero davanti al gip di Milano Laura Marchiondelli.
Dalle prime indiscrezioni emerge che l’inchiesta svizzera riguarderebbe alcune delle società, tra cui la Norconsulting, e i relativi conti riconducibili a Daccò, ma gestiti nel corso degli anni dai due fiduciari del faccendiere, prima il commercialista Giancarlo Grenci e poi il professionista ed ex esponente di una loggia massonica di Lugano Sandro Fenyo. Conti su cui sono transitati i soldi che sarebbero stati drenati dalle casse della Maugeri e che sarebbero serviti, come hanno ipotizzato i pm di Milano Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta, per costituire all’estero una settantina di milioni di fondi neri.
L’indagine svizzera dovrebbe riguardare anche una parte del denaro sottratto al San Raffaele, l’ente ospedaliero fondato da don Luigi Verzé e travolto da un rovinoso fallimento. A proposito dell’inchiesta sul crac dell’ospedale che vede alla sbarra i quattro imprenditori Piero e Gianluca Zammarchi, Fernando Lora e Carlo Freschi con l’accusa di bancarotta, il Tribunale di Milano ha accolto la richiesta della difesa dichiarando “inutilizzabili” alcuni atti del processo perchè depositati dai pm a dibattimento già in corso. Si tratta, in sostanza, di due consulenze tecniche e di altra documentazione (tra cui alcuni verbali ‘omissatì). E’ stata invece rigettata la richiesta di annullare il rinvio a giudizio, cioè di azzerare il processo. Secondo i giudici infatti non è stato violato il diritto di difesa e gli atti depositati dalla procura in sede di udienza preliminare, e quindi prima del processo, devono essere considerati validi. Nella prossima udienza, fissata per venerdì 9 novembre è prevista la testimonianza di Giancarlo Grenci, il fiduciario svizzero di Pierangelo Daccò il faccendiere già condannato a dieci anni per bancarotta.
Quanto all’inchiesta milanese sulla Fondazione Maugeri, con sede a Pavia, che conta tra gli indagati anche Roberto Formigoni e della quale è attesa la chiusura entro fine mese, è stato disposto il sequestro preventivo dell’appartamento milanese di Simone. Il sequestro fa parte del pacchetto di beni mobili e immobili delle persone arrestate in seguito a un provvedimento del gip Vincenzo Tutinelli.