Il Tar ha dato ragione a tre degli otto agenti condannati per aver picchiato e sequestrato lo studente ghanese il 29 settembre 2008: rimarranno a tutti gli effetti pubblici ufficiali. Almeno fino al 19 dicembre quando il tribunale amministrativo si pronuncerà per la seconda volta sulla vicenda
Nessun declassamento per i vigili coinvolti nel caso Emmanuel Bonsu. Il Tar ha dato ragione ai tre degli otto agenti condannati per il pestaggio e il sequestro dello studente ghanese, che negli scorsi mesi avevano impugnato il provvedimento di revoca della qualifica di agente di pubblica sicurezza.
Almeno fino alla nuova camera di consiglio del Tar fissata il prossimo 19 dicembre, in cui il collegio si esprimerà di nuovo sul caso, Andrea Sinisi, Giorgio Albertini e Stefania Spotti manterranno la propria qualifica. Gli agenti, insieme ad altri cinque colleghi, dopo il caso Bonsu erano stati spostati dalla municipale ad altri incarichi presso il Comune. Ma dopo la sentenza di condanna in primo grado, la Prefettura di Parma aveva imposto il loro declassamento da pubblico ufficiale durante l’amministrazione del commissario straordinario Mario Ciclosi, togliendo loro la qualifica di agente di pubblica sicurezza. Un declassamento che comporta, oltre alla perdita del ruolo, una riduzione nella busta paga e il divieto di utilizzare un’arma.
Tutti i condannati avevano fatto ricorso al Tar chiamando in causa il Comune di Parma, la Prefettura e il ministero dell’Interno, ma solo l’avvocato Donata Cappelluto, che difende i tre, aveva chiesto la sospensiva del provvedimento prefettizio, che è stata accolta in via cautelare dal tribunale amministrativo.
Secondo il collegio di giudici presieduto da Francesco Gambato Spisani il ricorso degli agenti è fondato perché il provvedimento prefettizio manca di motivazioni adeguate ed il potere di revoca è stato “esercitato al di fuori dei presupposti di legge che avrebbero consentito, al più, l’esercizio del potere di sospensione temporanea della qualifica”. Per questo il 7 novembre il collegio riunito ha deciso di “accogliere la domanda cautelare, onde consentire al prefetto di riesaminare l’atto entro venti giorni dalla comunicazione o, se anteriore, dalla notificazione della presente ordinanza”.
Per ora dunque nessuna sospensione della qualifica e di conseguenza dell’indennità di vigilanza per i tre agenti. Per gli altri cinque (Pasquale Fratantuono, Mirko Cremonini, Marco De Blasi, Graziano Cicinato e Ferdinando Villani), che come loro aveva presentato ricorso al Tar, ma non avevano chiesto la sospensiva del decreto prefettizio, si dovrà attendere dicembre, quando il tribunale amministrativo si esprimerà anche sulle sorti dei colleghi, che per ora hanno avuto una prima vittoria.