Il presidente della Bce: "Riforme strutturali cruciali, la crisi nasce da politiche insoddisfacenti. Sale la domanda per i titoli di Stato di Italia e Spagna, mentre per Atene abbiamo fatto quello che dovevamo". Tassi invariati
“L’attività economica nell’Eurozona rimane debole e pare destinata a restare tale anche nel 2013, ma continuerà a essere sostenuta dalla politica monetaria della Bce”. Lo ha detto il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, dopo la riunione del comitato esecutivo dell’Eurotower. Per questa ragione “le riforme strutturali sono cruciali per stimolare l’occupazione e rendere sostenibili gli sforzi di consolidamento fiscale nell’Eurozona”.
Rispetto a Italia e Spagna Draghi ha affermato che “i due Paesi hanno fatto progressi significativi rispetto a un anno fa ma non è affatto finita e devono fare molto di più non solo per quanto riguarda il consolidamento fiscale ma soprattutto in campo di riforme strutturali. Più veloce questi paesi agiranno, più in fretta le condizioni dei mercati finanziari europei torneranno alla normalità”. La crisi del debito europea secondo il numero uno dell’Eurotower, infatti, non è stata una diretta conseguenza della crisi dei mutui subprime, ma è sorta dalle “politiche insoddisfacenti che alcuni paesi stavano portando avanti in quel momento”.
Draghi ha poi confermato l’imminente entrata in vigore del piano di acquisto di titoli di Stato: “Siamo pronti ad attivare il piano anti-spread”, ha detto sottolineando a tal proposito che “l’annuncio del piano di acquisto di bond della Bce ha portato miglioramenti sensibili sui mercati, tra cui un aumento della domanda per i titoli di Stato di Italia e Spagna, due Paesi che hanno soddisfatto quasi del tutto il fabbisogno di finanziamenti per il 2012″.
Il presidente della Bce è intervenuto poi sulla situazione economica della Grecia, che ieri notte ha approvato con una minoranza risicata e nonostante vigorose proteste della popolazione un nuovo piano tagli da lacrime e sangue. “L’approvazione delle nuove misure d’austerità da parte del Parlamento greco rappresenta un progresso per il Paese ellenico, un passo molto importante”, ha detto. “In linea di massima la Bce ha fatto quello che doveva fare“, ha poi aggiunto interpellato sulla sostenibilità del debito greco. E ha ricordato che la Banca Centrale non può finanziare direttamente gli Stati e dunque non può partecipare ad una riduzione del debito ellenico, perché sarebbe un “finanziamento monetario”.
Intanto, come previsto, questa mattina la Bce ha lasciato, come previsto, invariato allo 0,75% il tasso di rifinanziamento pronti contro termine. Il tasso sui depositi e il tasso marginale, rimangono rispettivamente a quota zero e 1,50%. “Il Consiglio della Bce non ha affrontato l’ipotesi di un nuovo taglio dei tassi: non abbiamo deciso che cosa faremo l’anno prossimo in termini di politica monetaria”, ha puntualizzato Draghi.