Sortita bolognese dell'ex presidente del consiglio per sostenere il segretario nella corsa alle primarie. Platea over 60, ma la spirito a da battitore libero: "Dove vado io c'è sempre gente". Renzi governerà senza alleati? "Gli ricordi che le primarie sono con Sel". Grillo?: "Il suo è un partito e perlopiù poco democratico"
Sembra quasi una maledizione: dove arriva lui, segue la polemica. Massimo D’Alema, fa tappa al centro sociale Croce del Biacco a Bologna, nel corso della campagna elettorale in sostegno del segretario del Pd Pierluigi Bersani, chiamato a parlare di rinnovamento in uno dei circoli storici della città. Non bastano i quattro relatori giovani dalle idee di cambiamento a far abbassare l’età media che accoglie il presidente del Copasir: platea piena di over 60, gli elettori storici, quelli che hanno visto susseguirsi i Democratici di Sinistra, poi Veltroni e il nuovo simbolo ed infine gli tocca anche subire la rottamazione di Matteo Renzi, il giovane sindaco di Firenze.
E se la presenza di Massimo D’Alema rischia di essere controproducente per la campagna del segretario, a rispondere fermo è lo stesso onorevole: “Sono io che ho deciso di non chiedere la deroga agli organismi dirigenti del mio partito, – dice un imperturbabile D’Alema, – faccio campagna elettorale perché la politica non la fanno solo quelli che stanno in parlamento. Ovunque vado si riunisce tanta gente. Siccome votano i cittadini. L’ultima volta che mi sono presentato alle elezioni regionali 838000 elettori hanno scritto il nome D’Alema. Non so quanti telespettatori abbia lei, ma di sicuro sono di meno di quanti consensi ho io”.
Fermo e deciso, non si lascia provocare, certo della bontà del suo operato al servizio del partito democratico e pronto a respingere ogni proposta di ritiro nei secondi ranghi di dirigenti di partito che di esperienze ne hanno tante da trasmettere ma che ora, in prima linea potrebbero solo danneggiare. “Ritirarmi in riflessione? Non non credo proprio, il mio impegno in questa campagna può sicuramente rafforzare la posizione di Bersani in tanta parte del paese. Penso di sapere di cosa parlo, vengo da un giro nel mezzogiorno in cui tantissime persone si mobilitano. E noi il rinnovamento lo stiamo facendo e lo stiamo promuovendo non lo stiamo proponendo. Il rinnovamento si fa anche grazie ad una generazione che è stata protagonista in questi anni e che lo promuove e lo accompagna come si è sempre visto in tutti i partiti seri. I rottamatori volevano togliere di mezzo i maggiori esponenti della sinistra, non certo rinnovare”.
Oltre ogni polemica e supposizione, a parlare è la platea di anziani che accolgono il presidente del Copasir. Lui, interrogato dal Fatto Quotidiano.it in proposito, risponde: “Votano tutti i cittadini italiani, non può togliere diritto di voto ai cittadini anziani. E poi non è vero Il nostro partito ha un consenso notevole tra i giovani, anche a livello statistico, non sono solo per il Movimento Cinque Stelle. Come voteranno le persone lo vedremo il 25 di novembre”.
Le discussioni interne erano comunque già cominciate da qualche giorno quando il volantino dell’incontro con l’ex presidente del consiglio era circolato online. A pubblicarlo su Facebook con la scritta “Matteo. Vota Matteo. Vota Matteo. L’unico modo per ricominciare” era stato il deputato del Pd e professore di Scienza Politiche, Salvatore Vassallo. Una frase breve e concisa ma che è bastata a far infervorare i tanti bersaniani di Bologna. A rispondere per primo con tono piccato, Alessandro Cerra, segretario del circolo Pd “Renzo Imbeni”: “Ho visto che l’onorevole Vassallo ha inteso promuovere anche lui la nostra iniziativa con D’Alema. Colgo il suo ironico accostamento tra rinnovamento e D’Alema, semplificando che il rinnovamento di Bersani sarebbe D’Alema”. Un commento a caldo, con il quale Alessandro Cerra ha voluto sottolineare età e occupazione di tutti gli intervenenti durante la serata, da Caterina Lodi, 24 anni a Giulia Degli Esposti, 26 anni o Alberto Aitini, 28 anni. Perché se la mettono sulla questione anagrafica, loro non stanno al gioco. E conclude: “Capisco l’ossessione per D’Alema, ma, viva dio, c’è anche tanto altro”. Una discussione breve e a toni spenti, che in un attimo a trovato un buon epilogo ma che ha costretto ancora una volta i bersaniani a dover scendere a patti con il nemico giustificando il perché e il per come di un’ospitalità sempre così difficile.
In occasione dell’uscita bolognese, Massimo D’Alema ha commentato l’assoluzione che in mattinata ha riguardato la vicenda giudiziaria del presidente della regione Emilia Romagna: “II fatto che questa curiosa vicenda giudiziaria si sia conclusa in modo così netto e raro restituisce a Vasco Errani serenità e alle istituzioni una condizione di piena operatività. Errani è sempre stato una delle personalità di governo più significative che ci siano nel nostro paese e nell’ambito del Pd. Poi non dimentichiamo che i governi vengono nominati dal capo dello stato su proposta del presidente del consiglio. È troppo presto, di cosa stiamo parlando?”.
Protagonista è la politica locale bolognese che negli ultimi giorni è stata nell’occhio del ciclone per le vicende che hanno riguardato la consigliera grillina Federica Salsi e in proposito, l’onorevole non ha dubbi: “Il Movimento Cinque Stelle è un partito con tutte le logiche dei partiti: c’è chi vuole democrazia e chi vuole governare. Quello che dice Grillo è un conto, ma quello che si constata è che sono le dinamiche di un partito poco democratico”.
E sul grande nemico a distanza, Matteo Renzi, una sola battuta a proposito della sua dichiarazione di andare alle elezioni senza alleanze: “Stiamo facendo le primarie insieme a Sel, lo sa Renzi questo? È una dichiarazione di una certa inaffidabilità”.