"Pomigliano. Escono auto italiane, entrano riconoscimenti internazionali": con questa frase pubblicata a tutta pagina su Repubblica, Corriere, La Stampa e Il Mattino, il Lingotto ha celebrato la vittoria del Lean Production 2012 da parte dello stabilimento campano. Gli operai: "Potevano ringraziarci in denaro"
A Pomigliano “escono auto italiane, entrano premi internazionali”. Ma poi emettono bond in franchi svizzeri, delocalizzano la produzione in Serbia e Polonia e fabbricano (ancora per poco) le Lancia su scocca americana made in Chrysler. Mentre il senso di Fiat per l’italianità continua a essere un concetto contraddittorio, la comunicazione del Lingotto mette a segno una doppia trovata di segno contrario e opposto. E che viene annunciata con modalità distinte: una pagina di pubblicità a pagamento sui principali quotidiani italiani (Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa, Il Mattino) e una nota stampa ufficiale.
Nel primo caso, la Fiat ha voluto sottolineare il valore del ‘Lean Production 2012‘, riconoscimento assegnato allo stabilimento in provincia di Napoli. “E’ così che funziona la miglior fabbrica italiana” è scritto a caratteri rossi nel messaggio autocelebrativo con titolo emblematico: “Pomigliano. Escono auto italiane, entrano premi internazionali”. In cosa consiste la vincita? E’ la stessa pubblicità a spiegarlo: “La commissione internazionale di esperti selezionata dal magazine Automobil Produktion e da Agamus Consult ci ha assegnato il premio dopo aver analizzato e valutato oltre 700 impianti in più di 15 paesi”. Il motivo della scelta di acquistare la pagina sui giornali? “E’ un riconoscimento importante, che vogliamo dedicare a tutte le donne e gli uomini che lavorano a Pomigliano, Perché è merito loro se siamo diventati un modello per tutte le fabbriche d’Europa”.
Chissà cosa hanno pensato i 19 operai di Pomigliano messi in mobilità da Fiat quasi a mo’ di rappresaglia dopo la decisione della Corte d’appello di Roma, che ha obbligato l’azienda a riassumere i 145 lavoratori Fiom licenziati in precedenza. Su questo tasto ha insistito il segretario nazionale Fiom Giorgio Airaudo, il quale ha detto di essere “contento che Pomigliano vinca un premio internazionale”, sperando al contempo che vincesse “anche un premio per l’occupazione garantendo il rientro dei 2.300 lavoratori non ancora dipendenti di Fabbrica Italia Pomigliano”.
“Grazie? Avrebbero potuto premiarci in danaro”, hanno detto fra tutti alcuni operai assunti nella newco Fabbrica Italia Pomigliano. “Magari poteva impiegare i soldi spesi in pubblicità per darci un premio in denaro, davvero non ci sono parole. In ogni caso ha fatto bene a dedicarlo a noi, perché è solo merito nostro se ora siamo un modello”, commenta Giovanni, operaio del reparto di montaggio. Molta rabbia, poi, tra i lavoratori, che sottolineano il fatto di essere in cassa integrazione nonostante si produca un nuovo modello.
“Lunedì torneremo al lavoro – aggiunge Michele – ma poi il 26 novembre siamo di nuovo in cig per altre due settimane. E loro pensano ai premi ed alle dediche. Pensassero a come risolvere i nostri problemi, invece di ritirare i premi ritirassero i provvedimenti di mobilità, visto che oggi ci ringraziano e a gennaio cacceranno fuori 19 di noi”. Altri operai della newco, invece, sottolineano che “è un riconoscimento gradito, sia quello assegnato allo stabilimento, sia quello fatto ai lavoratori dall’azienda”. Fuori dal coro Antonio, per il quale è “una bella cosa, ci fa piacere, significa che siamo migliorati in tutto. E poi mi sembra che il prodotto che esce dalla fabbrica sia il più venduto al momento, nonostante la crisi”.
”Sono contento che Pomigliano vinca un premio internazionale. Vorrei che vincesse anche un premio per l’occupazione garantendo il rientro dei 2.300 lavoratori non ancora dipendenti di Fabbrica Italia Pomigliano”, aggiunge Giorgio Airaudo, segretario nazionale della Fiom. “Vorrei che vincesse un premio perché i diritti, le leggi e le libertà vengono applicati e garantiti meglio che in qualunque altra fabbrica”, conclude.
E mentre si susseguivano reazioni più o meno entusiaste alla vittoria dell’italianità di Pomigliano, ecco arrivare una nota stampa dall’ufficio comunicazione Fiat con cui veniva annunciata l’intenzione di emettere bond in franchi svizzeri. “L’emissione è subordinata alle condizioni di mercato – si legge nella nota del Lingotto – indicando che il prestito obbligazionario benchmark per il mercato svizzero sarà emesso da Fiat Finance and Trade Ltd, société anonyme, interamente controllata da Fiat Spa, nell’ambito del programma di Global medium term notes garantito dalla capogruppo. I termini finali del bond – è spiegato ancora nel comunicato – saranno determinati al momento del pricing in base alle condizioni di mercato. In caso di emissione, Fiat Finance richiederà la quotazione dei titoli nonché l’ammissione sul mercato regolamentato svizzero SIX Swiss Exchange”. Come dire: braccia italiane, investimenti esteri. Anzi, all’estero.