Dopo le dimissioni di Nicola Izzo, tra i papabili ci sono l'ex questore di Milano, Alessandro Marangoni e l'attuale capo del dipartimento Affari interni del Viminale, Alessandro Pansa. Il ministro Anna Maria Cancellieri: "Il Viminale deve essere una casa di vetro, non ci devono essere ombre"
E’ prevista per venerdì 9 novembre la nomina del nuovo vicario da parte del capo della Polizia Antonio Manganelli. Tra i nomi dei papabili circolano quelli di Alessandro Marangoni, ex questore di Milano e neodirettore centrale per le risorse umane del dipartimento della Pubblica Sicurezza, Alessandro Pansa, attuale capo del dipartimento Affari interni del Viminale, Domenico Vulpiani e Santi Giuffrè.
La nomina, salvo contrattempi dell’ultima ora, avverrà nel corso del Consiglio dei ministri in programma alle 10.30. E non sarà la sola. Il ministro Anna Maria Cancellieri avrebbe infatti intenzione di attuare una “ristrutturazione della catena di comando della Polizia con altre 3 o 4 nomine che intenderebbero segnare un cambiamento di pagina nella gestione del Dipartimento” perché “il Viminale deve essere una casa di vetro, non ci devono essere ombre”.
Queste nuove nomine serviranno a rafforzare i vertici della Polizia scossi in queste settimane da inchieste e polemiche. Dopo le dimissioni del prefetto Nicola Izzo, coinvolto nell’esposto anonimo sugli appalti illeciti al Viminale, questi sono stati giorni convulsi per il Viminale. L’ormai ex vicario della Polizia è stato accusato, in una lettera anonima, di essere stato a capo di una “combriccola” che avrebbe favorito quattro aziende “amiche” nell’aggiudicarsi i milionari appalti tecnologici del ministero. Giorni caratterizzati da frizioni tra il ministro Cancellieri, che aveva respinto le dimissioni di Izzo, e il capo della polizia Manganelli.
Proprio mentre Roma ospitava l’81esima assemblea generale dell’Interpol con migliaia di delegati di oltre 170 Paesi. Una situazione di incertezza al vertice della Polizia non poteva essere tollerata ancora a lungo e, dunque, dal presidente del Consiglio Mario Monti sarebbe arrivata l’indicazione di stringere i tempi e fare chiarezza nel più breve tempo possibile.