Durante il vertice Ecofin sul bilancio, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Finlandia e Svezia hanno puntato i piedi e congelato l'aiuto di 670 milioni di euro del fondo di solidarietà per le regioni italiane colpite dal sisma. Dopo diversi tentativi di mediazione i cinque danno il via libera
Dopo una giornata di trattative arriva in serata l’accordo per sbloccare i fondi europei destinati ai paesi colpiti dal terremoto del 20 e del 29 maggio. Parlamento, Consiglio e Commissione Ue hanno raggiunto un’intesa di principio, che sarà formalizzata nell’ambito dell’accordo complessivo che dovrebbe essere raggiunto martedì prossimo quando riprenderanno i negoziati sui bilanci 2012 e 2013. Erano state Germania, Olanda, Finlandia, Svezia e Gran Bretagna a bloccare durante la giornata il finanziamento da 670 milioni per le tre regioni italiane terremotate (Veneto, Lombardia ed Emilia, alla quale spetta il 92% delle risorse). I 27 si sono riuniti oggi per decidere anche sul bilancio rettificativo Ue 2012, per cui la Commissione ha chiesto in più la cifra record di 9 miliardi, e anche sul bilancio 2013, per cui sempre la Commissione ha chiesto un aumento del 7% rispetto a quello dello scorso anno.
Se tutti i 27 paesi membri avevano riconosciuto che l’Italia ha diritto ai finanziamenti del Fondo di solidarietà Ue, e avevano negli scorsi giorni formalmente approvato la decisione, Germania, Olanda, Finlandia, Gran Bretagna e Svezia non volevano pero “pagare il conto” di 670 milioni di euro.
I cinque paesi risultavano contrari a queste richieste dell’esecutivo comunitario, adducendo al fatto che data la crisi bisogna ridurre le spese. I soldi che la Commissione chiede, però, sono quelli già stanziati per i progetti del bilancio 2007-2013, che essendo ora giunto al termine deve saldare i conti e pagare le fatture dovute agli stessi stati membri. “Ora sono arrivate le ‘bollette’ da pagare:cosa dovrei farne, ignorarle e buttarle nel cestino della spazzatura?”, ha detto il commissario Ue al bilancio Janusz Lewandowski ai ministri riuniti a Bruxelles.
“Non vogliamo entrare nel merito delle modalità di finanziamento per i fondi che l’Europa ha destinato al terremoto in Emilia, ma non tolleriamo aut aut da parte di alcun Paese. Chiediamo al governo di vigilare perché quei 670 milioni destinati all’Italia arrivino li’ dove la terra ha tremato seminando vittime e distruzione” ha detto Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del Pd, a proposito dell’Ecofin in corso a Bruxelles. “Poco meno di due mesi fa – ha ricordato Ventura – il Commissario europeo per la Politica Regionale Johannes Hahn, aveva annunciato che la Commissione aveva stanziato 670 milioni di euro per l’Italia a seguito dei due gravi terremoti di maggio e giugno in Emilia. Si badi bene che non è un regalo, che si tratta del Fondo di solidarietà dell’Unione europea nato per rispondere alle grandi calamita’ naturali ed esprimere la solidarietà europea alle regioni colpite all’interno dell’Ue”. ”Dall’estate del 2002, anno d’istituzione del Fondo, a seguito delle gravi inondazioni che avevano devastato l’Europa – ricorda il vicepresidente Democratico – è stato utilizzato ben 49 volte, a favore di 23 Paesi per un’erogazione di oltre 3.2 miliardi di euro. Cos’è successo? Il nostro ambasciatore si dice ottimista sul raggiungimento dell’intesa. A noi, agli emiliani, l’ottimismo non basta. Vogliamo certezze. Perché l’Europa non è soltanto pareggio di bilancio”.
Intanto il 12 e il 23 novembre Riccardo Guido, consulente della commissione antimafia, sarà a Bologna per una serie di audizioni in prefettura. Infiltrazioni della criminalità organizzata in generale e nel post terremoto sono all’ordine del giorno dei colloqui che si terranno con il prefetto Angelo Tranfaglia, con il capo centro della Dia di Bologna, il maggiore dei carabinieri Giuseppe Vecchia, e con altri esponenti del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Sul terremoto e sulla ricostruzione saranno chiamati a riferire poi i prefetti di Modena, Ferrara e Reggio Emilia, oltre che il presidente della Regione, Vasco Errani.
La due giorni bolognese segue audizioni analoghe che hanno già riguardato Veneto, Piemonte,Liguria e Toscana, i cui rappresentanti sono stati sentiti nei giorni scorsi a Roma. L’Emilia Romagna avrebbe dovuto essere oggetto di approfondimento della commissione antimafia già la primavera scorsa, ma poi il sisma del 20 maggio e quello del 29 hanno fatto slittare gli incontri. “Studiare adesso la situazione in questa Regione”, dice Riccardo Guido, “è particolarmente opportuno sia per gli eventi verificatosi pochi mesi fa sia per gli strumenti di cui la Regione si è di recente dotata”.
Daniele Borghi, referente per l’Emilia Romagna di Libera, considera la venuta della commissione come “un evento positivo”. E sottolinea che “al momento non sono stati evidenziati dai nostri monitoraggi sul territorio tentativi di infiltrazione accertati. Per fortuna la rete di attenzione e di protezione istituzionale sta funzionando e lo stesso si può dire dell’osservazione che fanno i cittadini”.