Il testo presentato dal relatore Baretta (Pd) prevede un primo stanziamento di 100 milioni di euro e il recupero di ulteriori fondi necessari attraverso le economie indicate negli specifici capitoli. In caso di somme mancanti, la copertura potrebbe arrivare attingendo alla "rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici di importo più elevato"
I soldi necessari per rifinanziare la salvaguardia degli esodati arriveranno dalle risorse già stanziate ma che non saranno utilizzate per le precedenti “tranche” di intervento. E’ quanto stabilisce l’emendamento dei relatori al Ddl di Stabilità che fissa anche un monitoraggio da effettuare entro il 30 settembre 2013 per evidenziare l’esigenza di ulteriore risorse. Ulteriori verifiche, poi, saranno fatte con scadenza semestrale tra governo e parti sociali.
“Con l’emendamento al ddl Stabilità che abbiamo depositato stasera il nodo degli esodati viene risolto non solo con i 100 milioni già previsti ma anche con i risparmi che si potranno ricavare dai 9 miliardi già stanziati per la platea dei primi 120mila salvaguardati”. Così Pier Paolo Baretta, capogruppo Pd in commissione Bilancio e relatore del ddl Stabilità ha annunciato la presentazione del testo in commissione bilancio. “Viene così offerta finalmente una copertura ampia e risolutiva per l’arco di tempo di competenza della Legge di Stabilità al delicato problema degli esodati. Noi relatori ci siamo assunti la responsabilità di chiudere una fase di discussione e di avviare finalmente la fase legislativa. Mi auguro, naturalmente, che la Camera e il Governo condividano il testo”.
Nell’emendamento sono enumerate tutte le categorie di “lavoratori esodati” che rientreranno nella categoria di coloro che saranno tutelati rispetto alle nuove norme pensionistiche. Quindi si identificano le coperture: “100 milioni di euro per l’anno 2013, nonché, attraverso le economie derivanti dall’applicazione delle disposizioni” delle norme dell’emendamento che prevedono monitoraggi. “L’accertamento delle eventuali economie è effettuato annualmente” e con decreto del Ministro dell’Economia “è disposta la conseguente integrazione delle risorse” compresa delle necessarie variazioni di bilancio.
Di fatto, se saranno necessarie ulteriori risorse per salvaguardare i lavoratori, e questo emergerà a settembre dalla verifica fatta dal governo, misure aggiuntive potranno arrivare penalizzando le pensioni più ricche. Nel testo si legge infatti che entro “il 30 settembre 2013 il Governo, sulla base dei dati forniti dall’Inps, provvede a monitorare gli esiti dell’attuazione, anche in termini finanziari, delle disposizioni”. Nel caso in cui “l’esito di tale monitoraggio riveli l’insufficienza delle risorse individuate al fine di consentire l’accesso al sistema pensionistico delle platee di lavoratori previsti, entro i successivi 30 giorni, con decreto di natura non regolamentare del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro dell’economia e delle finanze, si provvede ad individuare le necessarie risorse aggiuntive, a tal fine rimodulando nella misura necessaria l’indice di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici di importo più elevato indicati dal medesimo decreto”.
L’emendamento si chiude specificando che “ogni sei mesi, a far data dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo verifica con le parti sociali la situazione dei lavoratori di cui al comma 11, al fine di individuare idonee misure di tutela, ivi compresi gli strumenti delle politiche attive del lavoro. A tal fine è istituito un Fondo di salvaguardia, nel quale confluiscono le eventuali risorse non utilizzate in applicazione delle vigenti disposizioni in materia di salvaguardia.