C’è un mistero nel moderno mercato del lavoro che non riesco a dirimere, forse perchè sono un modesto penalista e ormai non supererei un esame di diritto del lavoro neanche se facessero una sanatoria ad hoc.

Come mai, in questi anni di vacche magre, precariato e disoccupazione giovanile alle stelle, quasi tutti gli indagati di maggior spessore criminale sottoposti alla misura degli arresti domiciliari riescono immancabilmente e repentinamente a trovare aziende che non vedono l’ora di assumerli e si dichiarano felici e disponibili di reclutarli nelle loro fila?

Io sono contento, se le esigenze cautelari lo consentono, di sapere che un indagato sottoposto a misura riesce così efficacemente a inverare il dettato costituzionale avviando il proprio reinserimento nella società, tuttavia trovo singolare che quella ditta non abbia trovato un giovane incensurato affidabile per lavorare e invece si precipiti a offrire lavoro a un soggetto sotto indagine per estorsione aggravata dal metodo mafioso (è un caso reale, non un esempio qualsiasi…), bancarotta, rapina, usura o altre amenità.
Evidentemente gli italiani non hanno pregiudizi verso chi ha sbagliato? O forse, almeno in qualche caso, c’è una singolare e sospetta preferenza per costoro (sarà deformazione professionale la mia, ma il pensierino viene). Alle volte la Costituzione la lasciamo indietro. Altre volte mi sembra che riusciamo persino a superarla…contromano!
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