E’ un cristiano, George Sabra, il nuovo presidente del Consiglio Nazionale Siriano, la piattaforma principale d’opposizione della rivoluzione siriana. Sabra è stato arrestato nel 1987 durante una retata dei servizi a una riunione di partito alla quale aveva preso parte e ha trascorso otto anni in prigione.
La scelta di Sabra come nuovo leader del Consiglio è una decisione importante e matura, che va a rispondere alla dialettica del regime di Assad e di una parte dei commentatori, anche nostrani, che vedono solo fondamentalisti in Siria. L’elezione di un cristiano, come capo di una opposizione a maggioranza sunnita, è volta specialmente a rassicurare i cristiani in Siria e a invogliarli a divenire, ancora di più, parte del cambiamento. Inoltre, questa nomina da molti attesa, si traduce da subito come un chiaro avvertimento a quegli elementi integralisti che vorrebbero appropriarsi della rivoluzione siriana.
Rimane, invece, ancora difficile costruire una piattaforma comune che unisca tutte le anime della rivoluzione che si stanno riunendo a Doha. Nel frattempo, Assad ha dichiarato in un intervista che lui “vivrà e morirà in Siria” rifiutando così il salva condotto offerto dall’Inghilterra. Ha assicurato che “se i ‘terroristi’ non ricevessero finanziamenti dall’estero la guerra sarebbe già conclusa”. Le vittime di questa guerra stanno toccando giornalmente le 200 unità. Dal marzo 2011 almeno 40 000 persone hanno perso la vita. Ora che un cristiano è il leader del CNS forse qualcuno non etichetterà l’opposizione siriana come semplice massa di fondamentalisti islamici…
(Nella foto: George Sabra – Lapresse)