La cubana Liza Barizonte, chiamata dai legali di Silvio Berlusconi, depone davanti ai giudici di Milano e precisa: "Nessun fine sessuale". Poi tocca agli ex ministri Carfagna e Gelmini: "Mai partecipato". L'ex meteorina Loddo: "Ero in questura, nessuno mi identificò". Il pm Boccassini: "Inverosimile". Le ragazze: "2.500 euro al mese" dall'ex premier
Quelli che si svolgevano ad Arcore, nel dopocena, “erano spettacoli erotici ma non con fini sessuali“, in cui le ragazze si travestivano “da infermiera” o “da bambina“. E’ il racconto delle feste nella residenza dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, proposto ai giudici del processo Ruby, in corso a Milano, da Liza Barizonte, una ragazza cubana ospite di diverse serate. Barizonte è stata ascoltate come teste della difesa nel processo che vede imputato Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Rispondendo a una domanda dell’avvocato Niccolò Ghedini, la testimone ha escluso che Berlusconi ed Emilio Fede si avvicinassero, durante questi balli, alle ospiti con “atteggiamenti di natura sessuale”.
Anche Barizonte, come tante altre ragazze chiamate a testimoniare al processo di Milano istruito dal pm Ilda Boccassini, ha affermato si ricevere regolarmente uno “stipendio” dal fondatore del Pdl: “Prima ricevevo denaro contante dal ragionier Spinelli, poi da marzo 2012, ricevo un bonifico dall’onorevole Berlusconi”.
All’udienza hanno deposto anche due ex ministri del governo Berlusconi. “Non siamo mai state ad Arcore”, hanno affermato Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini. Era stata la stessa Ruby, la minorenne marocchina ospite dei festini nelle residenza dell’allora presidente del consiglio, a testimoniare di aver incontrato Gelmini e Carfagna nella serata del 14 febbraio 2010.
“Sembrerà strano, ma non sono mai stata ad Arcore in vita mia”, ha affermato Carfagna. Quanto a Ruby, “sono sicura di non averla mai conosciuta e incontrata”. Rispondendo alle domande del pm Boccassini, l’ex ministro delle pari Opportunità ha precisato: “Non ho mai conosciuto neanche la Yespica, né Belen. Il 14 febbraio 2010 ero impegnata in una campagna elettorale abbastanza intensa, a Napoli e a Salerno, così come il 2 e 9 marzo del 2010″.
All’uscita dall’aula, Carfagna ha parlato brevemente con i giornalisti: “Non sono a conoscenza dei fatti, e quindi non posso farmi un’idea, anche se mi sembra un processo mediatico, ma comunque bisogna aspettare la decisione della magistratura”. E sul fatto che l’ex premier versi ancora denaro alle ragazze, molte delle quali testimoni al processo, ha replicato: “Personalmente ho fatto sempre altre scelte, ma non sta a me giudicare”.
Quanto a Maria Stella Gelmini, l’ex ministro dell’Istruzione ha spiegato a Ghedini di essere stata più volte ad Arcore, “ma sempre per motivi di lavoro”, per aver “partecipato a cene elettorali e ad alcune cene conviviali, ma sempre legate all’attività politica”. E ha precisato di non essere mai stata presente a serate con giovani ragazze. Anche lei ha negato di aver conosciuto Ruby. “Il 14 febbraio del 2010 ero a casa con mio marito”, ha spiegato Gelmini. In quel periodo “stavo portando tra l’altro a termine la mia gravidanza, quindi credo di essere andata poche volte ad Arcore”.
Dopo Carfagna e Gelmini ha deposto un’altra testimone della difesa di Berlusconi, l’ex meteorina Miriam Loddo, che ha ribadito di essere stata in questura la sera del 27 maggio 2010, quando l’allora minorenne Ruby venne fermata dagli agenti di via Fatebenefratelli. Della sua presenza negli uffici milanesi, però, non c’è alcuna prova “né testimoniale, né documentale” come sottolinea in aula l’accusa. “Confermo pienamente che quella sera sono entrata in questura senza essere identificata, nessuno mi ha chiesto nulla”, ha detto con un filo di voce, dopo avere ricevuto più di una telefonata di Michelle Conceicao e nonostante avesse la febbre.
“Io c’ero e non ero in strada, ero sopra dentro un ufficio, sono entrata senza che nessuno mi chiedesse i documenti”, ha ribadito Loddo. Una ricostruzione ritenuta inverosimile dal pm Boccassini, dato che chiunque entri in Questura viene fermato e identificato, specialmente alle 11 di sera. Loddo ha affermato tra l’altro di ricevere attualmente da Silvio Berlusconi un mensile di 2.500 euro.
Prima di arrivare negli uffici di via Fatebenefratelli, ha sottolineato di avere telefonato a Berlusconi perché Ruby, precedentemente conosciuta, “mi disse di avere 24 anni e di essere nipote di Mubarak”. Proprio la parentela con l’ex presidente egiziano convince la Loddo a mettere al corrente del fermo il premier. “In questura mi hanno detto che Ruby era minorenne e che era marocchina. Ho chiamato Berlusconi ed è rimasto perplesso. ‘Come è minorenne? In Italia si diventa maggiorenni a 18 anni e lei ne ha 24’, mi disse”.
Quanto alla sua diponibilità di andare in Questura nonostante conoscesse poco Ruby, la Loddo ha risposto al pm Boccassini: “Sono una persona di cuore – “anche lei”, è stato il commento sarcastico del pm – sono una madre. Sono fatta così. Io mi commuovo anche davanti ad un cartone animato”.
La protagonista della vicenda che ha dato il via al processo contro Berlusconi, Karima el Marough detta Ruby, sarà sentita come testimone il 10 o il 17 dicembre. Lo hanno confermato oggi, in aula, gli avvocati della difesa, che hanno preso la decisione dopo le incertezze dei mesi scorsi. Quanto a George Clooney e Cristiano Ronaldo, entrambi citati dalla difesa del Cavaliere, la difesa ha spiegato che la loro convocazione è ancora in “stand by”.