Le preghiere di milioni di telespettatori sono state esaudite. Raisport ha deciso di sostituire il telecronista ufficiale della Nazionale, Bruno Gentili, con Stefano Bizzotto. Il passaggio di consegne avverrà questa sera in occasione dell’amichevole Italia-Francia in programma a Parma. La partita sarà commentata in coppia da entrambi i telecronisti “per rispetto della grande professionalità di Gentili”, fanno sapere laconicamente i vertici di Raisport. Poi, a febbraio, in occasione di Olanda-Italia, Bizzotto diventerà la voce unica degli azzurri. E così sarà fino almeno a Brasile 2014. Per il direttore di Raisport, Eugenio De Paoli, è una scelta di prospettiva, operata “nel segno della continuità e della valorizzazione della testata”, proprio in vista della kermesse mondiale. Resta però l’impressione di una bocciatura per Gentili, uno dei telecronisti meno amati della storia della Nazionale.
Romano, 58 anni, Gentili ha alle spalle una lunga carriera radiofonica, nel corso della quale s’era costruito una buona credibilità, al fianco di voci storiche come Sandro Ciotti ed Enrico Ameri. Il passaggio al piccolo schermo si è rivelato un clamoroso autogol. Lungi dal ripercorrere le gesta di Nicolò Carosio e Nando Martellini, che come lui provenivano dalla radio, dal 2010 a oggi Gentili ha collezionato brutte figure in serie: un’escalation (al contrario) che ha di fatto costretto la Rai a declassarlo al ruolo di opinionista.
Per Bizzotto si tratta di un ritorno: il giornalista di Bolzano aveva già ricoperto il ruolo, in alternanza con Gianni Cerqueti, per un breve periodo successivo al Mondiale 2002, l’ultimo commentato da Bruno Pizzul. E proprio al telecronista più amato della storia (lo certifica un recente sondaggio della Gazzetta dello Sport, che gli attribuisce più della metà delle preferenze dei telespettatori), abbiamo chiesto un parere sull’avvicendamento al microfono della Nazionale: “Bizzotto è molto collaudato, ha fatto una buona scuola con l’Under 21 e merita il ruolo che gli è stato assegnato. Sono convinto che farà bene”. Il cambio di voce, secondo Pizzul, “dimostra come la Rai non voglia operare scelte definitive, forse per non voler imporre una gerarchia precisa tra i vari giornalisti”.
Resta ora da vedere se Bizzotto riuscirà a far breccia nel cuore dei tifosi azzurri così come fece Pizzul. Nessuno mette in dubbio che si tratti di un ottimo professionista: è uno dei più preparati telecronisti Rai, ha uno stile sobrio e non si lascia andare a inutili sensazionalismi, a differenza di altri suoi colleghi. Nell’immaginario popolare, però, è visto come la voce “tedesca” della Rai: un’etichetta che non sarà facile levarsi di dosso. Per anni ha confezionato servizi sulla Bundesliga e commentato le gesta della Nationalmannschaft, sfruttando le sue origini altoatesine e l’ottima conoscenza della lingua.
Per l’esigente pubblico calcistico la professionalità potrebbe non bastare. In occasione dei vittoriosi Mondiali di Germania 2006, lo scarto tra il compassato Marco Civoli, telecronista Rai, e l’immaginifico Fabio Caressa, voce di Sky Sport, fu evidente. Le frasi di quest’ultimo (“Chiudete le valigie amici, andiamo a Berlino! Andiamo a prenderci la coppa!”) sono entrate nel comune gergo pallonaro, anche se all’epoca non tutti avevano avuto la possibilità di seguire la Coppa del Mondo sul canale satellitare a pagamento. Al di là dei gusti personali – c’è chi giudica Caressa troppo autoreferenziale e pittoresco – è evidente l’impasse dimostrata dalla Rai negli ultimi anni in fatto di telecronache.
Dopo i regni di Martellini e Pizzul, durati rispettivamente 18 e 16 anni, dal 2002 a oggi si sono alternati al microfono ben 4 giornalisti: Bizzotto, Cerqueti, Civoli e Gentili. In mancanza di alternative (anche se, a ben guardare, in casa si ritrova giovani molto capaci come Alberto Rimedio – che sostituirà Bizzotto nel commento dell’Under 21 – e Marco Lollobrigida) la Rai ha deciso per una scelta di rinnovamento a metà, riproponendo Bizzotto. Ai telespettatori il compito di giudicare se si rivelerà azzeccata.