Nel confronto organizzato da Sky Tg24 tra i candidati alle primarie del centro sinistra una domanda sulla scuola non c’è stata. Ecco allora cinque quesiti a Matteo Renzi, Nichi Vendola, Laura Puppato, Pierluigi Bersanie Bruno Tabacci, dopo aver letto attentamente la parte che riguarda l’istruzione nei loro programmi scaricati dai siti ufficiali dei candidati.
1) Nei vostri programmi si cita il tema dell’innovazione nella scuola. Renzi parla di un “forte investimento sull’upgrade tecnologico della didattica”; Bersani accenna ad “investimenti sulla ricerca avanzata nei settori a più alto contenuto d’innovazione”. Più difficile trovare, sotto il capitolo scuola, la parola tecnologia o personal computer o internet nei programmi di Vendola, di Tabacci e della Puppato. Secondo la ricerca “Tecnologie dell’informazione e della comunicazione e studenti italiani secondo il Programme for International Student Assessment (PISA 2009) condotta Alma Mater Studiorum-Università di Bologna mentre in ambito internazionale l’accesso a un computer a scuola implica quasi automaticamente anche la connettività Internet, in Italia circa uno studente su dieci ha accesso al primo ma non alla seconda. Circa il 15% dei quindicenni scolarizzati italiani non avevano, nel 2009, accesso a un computer a scuola, e circa il 25% non vi aveva possibilità di accedere a Internet. Al di là delle parole come si intende realmente colmare questa grave lacuna italiana che ci lascia con classi senza lavagne multimediali e connessioni dell’epoca dei Flintstones?
2) In classe gli insegnanti hanno ogni giorno a che fare con bambini di culture diverse, arrivati in Italia in momenti differenti della loro vita (chi a 10 anni senza sapere una parola d’italiano, chi a 6 crescendo con la padronanza di due lingue; chi con problemi d’integrazione e di povertà) ma dopo l’epoca Gelmini, tagliate le preziose ore di compresenza, un loro apprendimento di qualità è a rischio. Eppure gli alunni con cittadinanza non italiana sono triplicati dal 1999 ad oggi passando da 119.679 a 673.592 nel 2009. Nei programmi di tutti i candidati non c’è nulla in merito alla scolarizzazione di questi bambini. Quali risorse si intendono mettere a disposizione per questi cittadini di domani che saranno sempre più numerosi?
3) Nel programma di Vendola così come in quello di Laura Puppato si fa riferimento agli insegnati di sostegno. In Italia negli ultimi anni si è passati da un rapporto 1 a 2 (docente – ragazzo diversamente abile) a 1 a 3 e persino 1 a 4, quest anno in alcune scuole. Ho presente le fatiche di alcune colleghe che hanno ragazzini diversamente abili sotto la scrivania in ore dove l’insegnante di sostegno non c’è. E quando c’è, non sempre è specializzata. Affermare a parole che va incrementato il sostegno non è sufficiente. La legge finanziaria 2008 (governo Prodi) aveva disposto che il 70% dell’organico per i disabili fosse stabile. Quale rapporto intendete stabilire tra docente e disabile?
4) Capitolo precari. Quando si parla di precari andrebbe fatto a partire dal contratto. Oggi chi è assunto a tempo determinato, oltre ad avere una vita precaria ha anche dei diritti di serie b. Un esempio: al precario sono concessi permessi non retribuiti (a differenza del personale a tempo indeterminato che li ha retribuiti) per la partecipazione a concorsi o esami. Così il docente a tempo determinato non ha un solo giorno di permesso retribuito mentre il personale a tempo indeterminato ha tre giorni. In attesa di svuotare le graduatorie ad esaurimento, di stabilizzare il personale, che proposte avete sul contratto?
5) Da anni la Flc Cgil crede che sia necessario superare la distinzione tra organico di fatto e organico di diritto, in una prima fase stabilizzando tutti i posti vacanti in organico di fatto (sostegno e spezzoni). Questo determinerà che la durata degli incarichi dovrà essere al 31 agosto, garantendo stabilità e continuità per gli studenti. Nessuno ha colto la richiesta della Cgil di un organico funzionale. Come mai?