Si svolgeranno, secondo quanto si apprende, il 10 e l’11 febbraio prossimi le elezioni regionali in Lazio, Lombardia e Molise. Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ha infatti invitato i prefetti di Milano e Campobasso a convocare i comizi per le elezioni regionali in Lombardia e Molise. La data per il Lazio è stata concordata tra il presidente Polverini e la titolare del Viminale, come ha fatto sapere la stessa governatrice.
La Polverini ha così commentato: “‘Mi sembra che la data del 10 e 11 febbraio sia la scelta giusta. Il buon senso ci impediva di chiamare i cittadini alle urne nel periodo delle festività natalizie”. Ha confermato anche “la volontà di indire le elezioni per cinquanta consiglieri invece che settanta. Il buon senso ci impediva di chiamare i cittadini alle urne nel periodo delle festività natalizie – ha sottolineato la Polverini – anche per consentire lo svolgimento regolare delle operazioni che precedono il voto e, soprattutto, la massima partecipazione alla campagna elettorale così come vuole la democrazia e la legge”.
Per il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, “ora bando ai tatticismi, occorre costruire coalizione con Albertini per vincere”. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, definisce quella di oggi “una decisione sensata. D’altronde non credo si potessero lasciare Regioni così importanti senza governo”. Critica, invece, Daniele Santanchè (Pdl). “Alla faccia – lamenta – della sobrietà e del rispetto che questo governo ha nei confronti dei soldi degli italiani a cui ogni giorno chiede lacrime e sangue. L’esecutivo butta 100 milioni di euro per accontentare una parte politica senza mettere al centro i bisogni e gli interessi dei cittadini. Con quei 100 milioni di euro – aggiunge – avremmo contributo a risolvere le necessità degli alluvionati in Maremma che in questi minuti non trovano copertura nella legge di stabilità”.
La decisione del ministro dell’Interno Cancellieri è nata a seguito di scandali e sentenze che hanno colpito le tre regioni portandole anticipatamente alle urne. La prima regione a cadere è stata il Lazio, il 24 settembre scorso, con la governatrice accusata di attendismo nell’indire le elezioni. Ieri è arrivata la sentenza del Tar con cui i giudici amministrativi hanno intimato di indire le elezioni entro 5 giorni. L’altra regione che è andata ad elezioni anticipate a seguito degli scandali giudiziari e della progressiva delegittimazione è stata la Lombardia, guidata dal presidente del Pdl Roberto Formigoni. Qui il ticket Lega-Pdl è saltato dopo l’arresto dell’assessore Domenico Zambetti, sospettato di aver incassato i voti dalla ‘ndrangheta e ha costretto il governatore a chiedere lo scioglimento del Consiglio lombardo perché privo di una magigoranza.
In Molise invece si è giunti a indire le elezioni a distanza di un anno, dopo la consultazione del 16 e 17 ottobre del 2011 con cui l’esponente del Pdl Michele Iorio divenne presidente. Il 29 ottobre scorso invece il Consiglio di Stato ha definitivamente accolto il ricorso su alcuni vizi di forma nella presentazione delle liste e ha aperto la strada alle urne anticipate.