“Forza, forza”. Giuliano Pisapia incoraggia il suo assessore al bilancio, Bruno Tabacci, pochi minuti prima dell’inizio del confronto su Sky con gli altri candidati premier del centrosinistra. Visibilmente più rilassata Laura Puppato, che riesce a schivare anche i truccatori che la lasciano andare seppur contrariati. Infatti alla prima pausa pubblicitaria entrano in scena e la sistemano. Dietro le quinte il più teso è Matteo Renzi ma poi, sul palco, è il più agguerrito, a suo agio. Il format utilizzato, domande serrate e tempi ridotti per rispondere, sembra mutuato da un concorso a premi. E Renzi è l’unico dei cinque ad avere avuto un’esperienza nei telequiz, nel 1994, a 19 anni, alla “Ruota della fortuna” di Mike Bongiorno.
Nichi Vendola arriva rilassato e se ne va adirato: le continue interruzioni del conduttore lo hanno infastidito. “Non mi lasciano parlare”, si lamenta, senza rendersi conto che invece dei 90 secondi a disposizione, a lui sarebbero serviti tre/quattro minuti a risposta. “Sintetizzi, sintetizzi”, suggerisce il conduttore durante la prima pausa pubblicitaria. Fra tutti il più sereno, prima, durante e dopo, è Pier Luigi Bersani. Mangia anche qualcosa prima di entrare in studio. Il segretario è l’unico a non essersi preparato appunti, ha chiesto quali fossero i temi ma ha risposto a braccio, a differenza degli altri (tutti e quattro) ciascuno con gli occhi sui propri fogli appoggiati sul leggio. Dopo un’oretta anche lui ha ceduto alla tentazione del “gobbo” e ha estratto dalla tasca della giacca qualche foglietto. Ma bianco.
Mentre Renzi ha addirittura l’iPhone acceso sul leggio. Ciascuno dei cinque ha garantito in sala la propria claque: 70 persone per candidato sono sedute in studio. C’è Giorgio Gori, che ovviamente fa il tifo per Renzi, ma rimane seduto in disparte e non si spella di certo le mani. Si limita a commentare con i vicini di poltrona. E si dice soddisfatto dalla prestazione renziana, soprattutto per la risposta del sindaco di Firenze su Sergio Marchionne: “Se fa una macchina decente magari la compriamo”. Per il resto Gori è attento e rigido. Osserva, studia il suo uomo: lui li conosce bene i reality e ha preparato Renzi a dovere. Con il tempo anche Vendola si adegua, tanto che nelle pause non si lamenta più. Ma il vero duello è tra Bersani e Renzi. Il sindaco, ogni volta che il segretario del Pd parla, controlla il timer che segna il tempo a disposizione per rispondere. E ogni volta che Bersani sfora, Renzi fissa il conduttore e sgrana gli occhi. Si innervosisce, ma sforano tutti, compreso lui. Nelle pause pubblicitarie si ritira da solo in un angolo, non parla con Gori e cerca la sua portavoce, Simona Bonafè, arrivata in ritardo per un contrattempo: le hanno rubato la valigia al suo arrivo in stazione Centrale. Lei è leggermente adirata, lui piuttosto scocciato: ha ben altro a cui pensare. Si consola con gli applausi dei supporter presenti in sala. Ma la fan più sfegatata ce l’ha Vendola: Alba Parietti sembra quasi commuoversi, applaude instancabile a ogni parola che Nichi dice. Lella Costa e Moni Ovadia, in prima fila, ridono spesso fra loro, ma non si sbilanciano su nessuno dei cinque. Renato Mannheimer, assorto, a volte tende ad appisolarsi. Pisapia divide gli applausi tra il suo assessore Tabacci, l’amico Vendola e il “simpatico” Renzi. Ma neanche Bersani spiace a Pisapia. Non a caso non ha preso né prenderà posizioni. Si è invece schierato in giornata Filippo Penati annunciando, durante una trasmissione su La7, che lui voterà Bersani alle primarie. “La vendetta?”, ha chiesto Tabacci al segretario durante la seconda pausa pubblicitaria. Ma Bersani ha lasciato correre e si è lasciato truccare, abbandonandosi al cerone, mentre Renzi controllava nervosamente il cellulare e Laura Puppato tentava di fuggire dalla parrucchiera armata di spazzola. Riuscendoci.
Il Fatto Quotidiano, 13 Novembre 2012