“Per scegliere i giornalisti che fanno le interviste in una trasmissione televisiva ci serve il gradimento dei politici. Ma succede con tutti, anche con Bersani“. E’ l’ammissione con cui Bruno Vespa durante il talk show politico “Otto e Mezzo”, su la7, ha risposto a una domanda di Antonio Padellaro circa la ragione per la quale non è mai stato invitato Marco Travaglio a “Porta a Porta”, nel parterre dei cronisti prescelti per intervistare Silvio Berlusconi. “Questo accade anche negli Stati Uniti” – aggiunge il conduttore di “Porta a Porta” – “basti pensare ai contratti che fanno in America per decidere il conduttore dei confronti politici”. Il direttore de “Il Fatto Quotidiano” esprime il suo dissenso: “Ma non è vero, i confronti vengono affidati alla rete televisiva che decide coloro che fanno le domande. In nessun paese del mondo un politico stabilisce che un giornalista va bene e un altro no”. “Ma pensa a Grillo” – replica Vespa – “il tuo giornale lo sostiene e fa benissimo, però lui non solo non va in televisione, ma addirittura fa un cazziatone a quella povera disgraziata che è andata a “Ballarò””. Padellaro insiste sul mancato invito a Travaglio. “Se ci fosse stato lui a intervistare Berlusconi” – controbatte – “avresti avuto un indice di gradimento altissimo e una trasmissione più divertente e brillante di quella che abbiamo visto”. “Non ho dubbi” – risponde Vespa – “il problema è che non sarebbe venuto. Voi querelate, fate gli schizzinosi e non venite“. E rivela: “Una volta l’ex premier aveva accettato la presenza di Giovanni Valentini di Repubblica, uno che è l'”anti-Berlusconi” condificato, ma il quotidiano non gli dette il permesso di partecipare” di Gisella Ruccia