Le primarie del Pdl acquisiscono un nuovo concorrente: Alfonso Luigi Marra. Ex eurodeputato del partito di Berlusconi, Marra è divenuto noto per la battaglia condotta con Domenico Scilipoti contro il signoraggio bancario. Una lotta nella quale era “alleata” anche la starlette Sara Tommasi, con la quale ha mantenuto un sodalizio anche professionale dopo il “divorzio” da Scilipoti. Proprio la Tommasi (laureata in Economia alla Bocconi, ex del calciatore Ronaldhino, sfiorata anche dalla vicenda Ruby) aveva riportato all’onore dei gossip estivi l’avvocato Marra quando, a sorpresa, era finita protagonista di un film porno. All’uscita del video era infatti seguita una lunga querelle di cui Marra è stato grande protagonista. Marra è divenuto noto negli ultimi anni per i suoi spot dallo stile un po’ bizzarro (per non dire agée) per pubblicizzare i suoi libri: le testimonial furono, dopo Lele Mora, Manuela Arcuri e proprio la stessa Ruby. Fino a questo momento dunque alle primarie del Pdl che sono in programma il 9 dicembre parteciperanno, oltre a Marra, il segretario Angelino Alfano, Daniela Santanchè e Guido Crosetto.
Oggi a sorpresa rispunta come possibile candidato alle primarie del Pdl. L’ “avvocato e filosofo”, come lui stesso si definisce in una nota, ha infatti annunciato di aver avviato la raccolta delle 10mila firme che dovranno essere depositate entro il 25 novembre per ufficializzare la candidatura. “Il mio ragionamento – afferma Marra – è che siamo poveri perché le banche prendono almeno il 90% del denaro lasciandone non più del 10% alla collettività, per cui è inutile avere progetti se prima non si riesce a rovesciare quel rapporto, o almeno ad aumentare fortemente i soldi destinati alla società”.
Banche, però, accusa l’avvocato, che “sono difese dalla magistratura, dalle polizie, dall’apparato burocratico, da buona parte del pubblico impiego, dalla sinistra e da quasi tutti i media, compreso internet”. Un sodalizio, assicura, di cui non ha paura, essendo anzi certo di essere l’unico a poter condurre una simile battaglia. Peraltro, conclude, “banche e loro ‘gendarmi’” potrebbero addirittura appoggiarlo ora che “la crisi sta attanagliando anche loro”.