“Non ho nessun interesse a vendere Alfa Romeo. Punto”. Sergio Marchionne ha ribadito il concetto senza mezzi termini nel corso di un’intervista al periodico specializzato Automotive News. Nel corso della quale l’amministratore delegato di Fiat e Chrysler, che è invece pronto a disfarsi del marchio Lancia, ha annunciato le sue stime sulle vendite del 2013: le previsioni sono si oltre 4,3 milioni di auto, di cui un minimo di 2,6 milioni dalla casa americana.

“Il piano 2010 per Alfa era pronto, ma l’alleanza con Chrysler era ancora in un stato non maturo: il livello di attuazione della strategia è leggermente diverso nel 2012 – ha aggiunto -. Sono passati due anni e alcuni miliardi di dollari di profitti. Mi sento più a mio agio con Chrysler oggi che due anni fa. Fiat senza Chrysler non sarebbe stata in grado di eseguire il piano Alfa”. Il manager poi garantisce che la guerra dei prezzi in Europa non lo costringerà a spostare la produzione della vettura sostituta della Punto fuori dall’Europa occidentale. 

Confermata, poi, la fusione fra Fiat e Chrysler per il 2014. “E’ una mossa inevitabile”, ha detto Marchionne, anche se la società sta ancora trattando con i co-azionisti di Chrysler, i sindacati locali, per la questione del prezzo della prossima quota della casa Usa che Fiat vorrebbe comprata. E’ attesa a breve la sentenza dell’arbitro che le parti hanno chiamato in causa.  

Intanto, però, Marchionne che in Italia non ha ancora risolto la questione degli operai Fiom da riassumere a Pomigliano dopo la sentenza del Tribunale di Roma – alla quale aveva risposta con la proposta di mettere in mobilità tanti operai quanti ne dovrà assumere – negli Usa è pronto ad assumere. Chrylser, infatti, aumenterà la propria forza lavoro negli impianti di Detroit, dove a breve aggiungerà 1.250 posti. Lo riporta l’Associated Press citando alcune fonti, secondo le quali la società prevede di investire 238 milioni di dollari negli impianti di Detroit, Trenton e Warren. I nuovi posti di lavoro saranno soprattutto allo stabilimento di Warren dove dovrebbe essere aggiunto un terzo turno di lavoro.

Quanto all’Italia, ”Aspetto di vedere i fatti. Lo dico senza polemiche. Fiat è nata a Torino, è cresciuta e si è radicata a Torino, non può uscire dalla porta di servizio”, ha detto il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, a proposito delle prospettive del Lingotto. Che ha sottolineato il “debito di riconoscenza” che l’azienda ha nei confronti del territorio e che va “onorato”: “Fiat ha avuto tantissimo dal territorio. Non mi sta bene non onorare questo debito di riconoscenza”, ha detto Cota. “E’ sempre stata trattata con i guanti da tutti. Certi atteggiamenti nel passato non li ho condivisi” ma ora servono “fatti”. “Dopo tante parole, dibattiti estenuanti, ci vogliono cose concrete”.

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