La vicenda del People Mover, la grande opera che collegherà stazione e aeroporto di Bologna, è a un punto di svolta. La Procura del capoluogo emiliano ha infatti notificato dieci inviti a comparire. Sale a 11 invece il numero degli indagati rispetto alle prime indiscrezioni della mattina. Tra loro ci sono funzionari pubblici del calibro del presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti e del suo vice Giacomo Venturi, e l’ex sindaco di Bologna, Flavio Delbono, dimessosi nel 2010 dopo lo scandalo Cinziagate. Questi ultimi sono indagati per abuso d’ufficio. Tra gli indagati anche per turbativa d’asta figurano però altri due nomi altisonanti. Uno è quello di Piero Collina, presidente del Consorzio cooperative costruzioni (Ccc) di Bologna, uno dei giganti delle Coop rosse. L’altro nome sotto inchiesta è quello di Francesco Sutti, ex presidente di Atc, l’ex azienda pubblica di trasporti di comune e provincia (oggi si chiama Tper). Sotto la lente dei pm Giuseppe di Giorgio e Antonella Scandellari c’è infatti l’assegnazione dell’appalto comunale dell’opera al Ccc nel 2009. Un appalto da circa 100 milioni di euro (di cui quasi 30 milioni pubblici, della Regione). L’inchiesta va avanti sotto la supervisione del Procuratore Capo Roberto Alfonso e del procuratore aggiunto Valter Giovannini.
Per l’accusa, l’abuso d’ufficio da parte dei tre politici (ma ci sono anche due assessori al tempo dei fatti, Benedetta Chiusoli e Villiam Rossi), tutti in quota Partito Democratico, avrebbe avuto come fine quello di far ottenere il lavoro e quindi un vantaggio patrimoniale (grazie ai finanziamenti pubblici) al Ccc. Ad Atc, invece, si sarebbero solo scaricati i rischi d’impresa. Sia il bando di gara dunque che il procedimento per arrivare all’assegnazione dell’appalto sarebbe stato piegato al conseguimento di quel risultato. I reati si sarebbero verificati tra giugno 2009 e gennaio 2010. La vicenda fu a lungo seguita da ilfattoquotidiano.it.
Sotto la lente della giustizia (anche la Corte dei Conti ha infatti aperto un fascicolo e prosegue le sue indagini) c’è in particolare la partecipazione di Atc, l’azienda dei trasporti bolognese, alla compagine azionaria di Marconi Express, la società che dovrà costruire e gestire per 35 anni l’opera voluta dalla giunta di Sergio Cofferati. Ma ricostruiamo la vicenda.
Il 13 gennaio 2010 Ccc di Bologna, che nel 2009 si era aggiudicato l’appalto per il People mover contro un gruppo di imprese spagnole, crea una società di progetto: la Marconi Express. La società, che secondo il contratto di concessione è diventata automaticamente il solo concessionario del People mover, è una Spa partecipata al 75% dal Ccc, e al 25% da Atc. Quest’ultima era un’azienda a partecipazione totalmente pubblica e nel 2009-2010 il Comune di Bologna ne era il maggiore azionista con il 59,65% (la Provincia aveva il 37,15% delle quote).
L’appalto del People mover è di circa 90 milioni: 30 milioni (di cui 8 milioni già liquidati e spesi) finanziati da Regione e Sab (la società dell’aeroporto), mentre per la parte restante, circa 60 milioni, il Comune ha bandito una gara in project financing. Questo sistema prevede che il Comune, senza mettere un soldo di tasca propria, affidi a un’azienda privata la costruzione e la gestione dell’impianto. La società concessionaria, oltre a costruire, gestirà per 35 anni l’opera recuperando le spese di costruzione con gli incassi dei biglietti. Inizialmente, l’aggiudicatario che ha vinto l’appalto era il solo Ccc, ma da febbraio 2010, con la creazione di Marconi Express (società prevista dal contratto), anche Atc è entrata nella gestione al 25 %.
Ma non è tutto. I patti prevedono che entro il 2020 Atc (che oggi però si chiama Tper ed è anche della Regione, ma rimane pubblica) rilevi il 100% delle azioni di Marconi Express, accollandosi tutti i rischi e i debiti con le banche. Le coop usciranno dall’affare, e in questo modo Atc, che appartiene al Comune, diventerà concessionario unico di se stesso e per di più in project financing. Partendo da questo paradosso le magistrature contabile e ordinaria hanno aperto un’inchiesta, dopo l’esposto presentato all’inizio del 2010 dall’ex consigliere comunale Daniele Corticelli.
Tra gli indagati per turbativa d’asta ci sono anche il capo del settore mobilità del Comune di Bologna, Cleto Carlini, Patrizia Bartolini del settore gare di Palazzo d’Accursio, Francesca Bruni (all’epoca capo area affari istituzionali del Comune) e il direttore del settore bilancio della Provincia, Moreno Tommasini.
Dall’attuale assessore comunale alla Mobilità, Andrea Colombo, autore con tutta la giunta del People Mover, non arriva alcuna dichiarazione, mentre la numero uno di Marconi Express, Rita Finzi, invita comunque a non rallentare l’iter dell’opera che da oltre un anno attende di partire.