Quanto segue è un commento alla manifestazione nazionale per ricordare Altea e tutte le vittime della strada che si terrà domani 16 novembre in tutte le città italiane. Maggiori informazioni sul sito di #salvaiciclisti.
Il 4 novembre, allo scopo di aumentare la pressione sul Parlamento e ottenere riforme al più presto, il Times ha lanciato la seconda fase della campagna “Cities fit for cyclists”, il giorno dopo il Sun, tabloid londinese, ha dedicato tutta la prima pagina al problema della sicurezza dei ciclisti e, a distanza di pochi giorni, Peter Walker ha dichiarato sul proprio blog sul sito del Guardian di essere invidioso dei colleghi in forza al Times per l’impegno e la dedizione che stanno dimostrando da oltre 9 mesi.
Mentre in Gran Bretagna la stampa mantiene alta l’attenzione sul tema, in Italia (dove il numero di ciclisti morti è esattamente il doppio) le strade continuano a mietere vittime in modo impietoso, accompagnate da un vergognoso silenzio della politica che in questo momento sembra troppo occupata a salvare le terga del direttore di un quotidiano e cercare di imbavagliare tutti gli altri per interessarsi della vita dei propri cittadini.
Si dice che la vita è fatta di priorità e anche la politica non è da meno: portare nell’aula di un Parlamento e discutere un argomento piuttosto che un altro è indice delle priorità che si decide di assegnare alle diverse tematiche, però deve essere ben chiaro che perdere giorni interi per trovare un escamotage legislativo per graziare lo sgherro di un qualche potente di turno può significare condannare a morte centinaia di persone. Ma evidentemente queste sono le priorità del nostro paese e questa è la ragion di stato.
Salvaiciclisiti e salvasallusti: basta cambiare poche lettere per evidenziare come il nostro paese altro non sia che la diretta evoluzione di quello Stato pontificio tanto bene descritto nel Marchese del Grillo di Monicelli, un sistema di regole in cui più di ogni altro vale il principio del “mi dispiace, ma io sono io e voi non siete un cazzo”.
Non sappiamo chi sarà il prossimo a finire investito, schiacciato, travolto e trascinato da un automobile impazzita su una strada progettata da un tecnico che sognava Le Mans, ma sappiamo che ci sarà. Potrei essere io o uno di voi che leggete, un vostro caro, un vostro parente.
Domani sera in oltre 25 città d’Italia si terranno altrettante manifestazioni per dire basta alle stragi sulle strade, per ricordare ai nostri politici che il loro compito precipuo è tutelare la vita dei loro concittadini e non mantenere le chiappe saldamente ancorate alla poltrona in Parlamento o in consiglio comunale.
L’elenco completo dei punti di ritrovo, lo potete trovare su sito www.salvaiciclisti.it
Non mancate, ne va della vostra vita.