“Dimissioni”, urlano i cittadini dentro e fuori dall’aula consiliare. Ma alla fine i consiglieri del Pdl rinnovano compatti la loro fiducia al sindaco, attualmente agli arresti domiciliari per un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano su ‘ndrangheta e politica. Succede a Sedriano, nell’hinterland di Milano, dove il sindaco pidiellino Alfredo Celeste si trova agli arresti domiciliari dal 10 ottobre, in seguito all’operazione che ha portato all’arresto dell’assessore regionale lombardo Domenico Zambetti, accusato di aver comprato voti dalla ‘ndrangheta.
La seduta inizia con qualche intoppo: manca il presidente del consiglio comunale (“per malattia”), in una serata in cui le assenze contano parecchio. Il parterre politico vede da una parte gli otto consiglieri di minoranza promotori della mozione, dall’altra i nove membri della maggioranza. Manca Teresa Costantino, figlia dell’imprenditore Eugenio Costantino, arrestato, presunto referente del clan Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia) intercettato mentre dice: “Hai visto quel ‘pisciaturu’ (uomo di poco conto, ndr) di Zambetti come ha pagato … eh … lo facevamo saltare in aria”.
Per anzianità la presidenza tocca alla consigliera Silvia Fagnani, capogruppo Pdl, medico di base del paese e moglie di Marco Scalambra, anche lui arrestato perordine della Direzione distrettuale antimafia di Milano. L’incarico prima rispedito al mittente (“Non sarei imparziale”), viene poi accettato. “Iniziamo a fare uscire le persone in piedi”, intima l’esponente Pdl alla platea. Un cartello fuori dall’aula ricorda che la sala per motivi di sicurezza può ospitare “135 sedute, comprese quelle dei consiglieri”. La giunta di Celeste ha spostato infatti la sede del consiglio comunale dal Municipio alla scuola media, ma non ha accettato di farlo svolgere in palestra: luogo che avrebbe potuto ospitare sia i cittadini rimasti all’esterno che quelli in piedi.
Si alza una mamma con bambina: “Esco io, può bastare?”. Altri cittadini cedono il posto ai giornalisti, che secondo la Fagnani non possono rimanere in piedi. Altri prendono le sedie lasciate libere dai consiglieri assenti. Dopo un’ora di ritardo la discussione ha inizio. La minoranza ripercorre le criticità del mandato di Celeste: il suo rifiuto, da cattolico e insegnante di religione, di celebrare i matrimoni civili; l’invito a Nicole Minetti, in quanto ‘modello’ per le donne sedrianesi, ma soprattutto i soldi spesi in opere “non utilizzate, come lo stadio cittadino a cui mancano gli spalti o l’area feste, inaugurata a giugno e mai usata”.
Poi si apre il capitolo consulenze e piani urbanistici, che un anno fa ha portato alla spaccatura con la Lega Nord e al cambio di casacca dell’attuale vice-sindaco Adelio Pivetta, ex segretario del Carroccio. “L’avvocato del sindaco è molto presente in comune – osserva un consigliere di minoranza – Non è urbanista, ma per la consulenza sul Pgt ha incassato 80mila euro”. Il diretto interessato smentisce, dalla prima fila da cui sta assistendo alla seduta consiliare, circondato dai ‘celestiani’, parenti e sostenitori degli esponenti di maggioranza.
E’ sua l’idea di pubblicare sul sito del comune le carte dell’indagine che ha portato alla custodia cautelare del suo assistito: “Così ognuno le legge e si fa un’opinione”, dice l’avvocato Giorgio Bonamassa, nato politicamente in Rifondazione Comunista e legale di Celeste da 15 anni. “Poi non è detto che leggendole, la mia opinione sia uguale alla sua”, dice ai microfoni del fattoquotidiano.it. Nell’ordinanza di custodia si legge che il sindaco “operante nella sua qualità di pubblico ufficiale prometteva a Costantino e Scalambra di compiere una pluralità di atti contrari ai suoi doveri di ufficio, come corrispettivo del sostegno elettorale e finanziario ricevuto da Costantino e Scalambra alle elezioni del 2009”.
Il primo cittadino è stato interrogato ieri dai pm per oltre otto ore: in consiglio comunale è uno degli assessori a leggere una sua lettera in cui ricorda la sua “massima rettitudine” e parla di “gogna mediatica”. Poi non risparmia critiche ai giornalisti, molti dei quali ha querelato. L’ultimo provvedimento in ordine di tempo è quello contro l’Ordine dei giornalisti, che ha raccontato e difeso la storia della cronista Ester Castano. La giornalista, all’uscita dei consiglieri, prova a fotografarli: l’assessore Linda Ghidoli, anch’essa intercettata mentre parla con Scalambra, si agita. Volano insulti e spintoni a danni della giornalista, che più tardi denuncerà l’accaduto alla polizia di Stato.
Intanto il Pdl ha sospeso Celeste dall’incarico di vice-coordinatore provinciale (assegnatogli insieme ad altri due esponenti) nel febbraio 2012 per “la sua integrità e l’impegno volto al rilancio del partito”. Luca Squeri, vice-coordinatore pidiellino, ha invitato i consiglieri Pdl di Sedriano a fare un passo indietro, come conferma al fattoquotidiano.it: “Non è una tragedia se in attesa che il sindaco chiarisca la sua posizione, i consiglieri si dimettono e il comune sia commissariato”. Intanto al coordinatore locale del partito, Antonio D’Angiolillo, è stato revocato l’incarico “non essendosi presentato alla riunione provinciale per spiegare quanto successo a Sedriano”. Al suo posto, l’assessore al commercio Danilo Patané, che come i colleghi ha deciso di non raccogliere l’invito di Squeri. La mozione di sfiducia nei confronti di Alfredo Celeste viene respinta per nove voti contro otto. Il primo cittadino è soltanto sospeso dall’incarico, temporaneamente, per volontà del Prefetto e fino ad allora a sostituirlo sarà il vice-sindaco.