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Tifosi contro business: in Fa Cup va in scena il ‘paradosso Wimbledon’

Nel terzo turno della coppa d'Inghilterra il Milton Keynes Dons affronterà l'Afc Wibledon. Entrambe le squadre sono sorte sulle ceneri del glorioso Fc Wimbledon: la prima è il ricco club dei vecchi padroni, l'altra è quella nata grazie all'autofinanziamento dei tifosi. Che non hanno mai riconosciuto l'operazione economica che ha cancellato la loro storia calcistica

Con la recente vittoria per 6-1 contro il Cambridge City, il Milton Keynes Dons ha guadagnato l’accesso al terzo turno di Fa Cup, dove per la prima volta ospiterà l’AFC Wimbledon. E l’Inghilterra calcistica è in subbuglio. Mentre il presidente dei Dons ha dichiarato che sarà una “partita fantastica”, i tifosi dell’AFC hanno già annunciato che non andranno in trasferta nel Buckinghamshire. Perché quella che avrà luogo sabato 1 dicembre è più di una partita: è lo scontro tra due modi opposti di vivere il calcio. Da una parte il business, dall’altra la passione e il sacrificio dei tifosi. Perché MK Dons e AFC Wimbledon non sono altro che il frutto della medesima squadra: il glorioso Wimbledon FC. Quando nel 2002 la proprietà decise di trasferire il vecchio club a Milton Keynes, new town costruita negli anni Sessanta a un’ora da Londra, un gruppo di tifosi ha invece rifondato la squadra attraverso l’azionariato popolare come AFC Wimbledon. E adesso cerca la rivincita.

Già il Wimbledon FC di suo ha una storia epica. Squadra dell’omonimo quartiere del sudovest londinese, ha passato la maggior parte della sua esistenza nei bassifondi dei campionati amatoriali, fino a raggiungere il professionismo per la prima volta nel 1977 e la massima divisione solo nel 1986. Proprio negli anni Ottanta la squadra si guadagnò l’appellativo di Crazy Gang, essendo composta da gentaglia che sembrava uscita da un film di Sam Peckinpah. Un manipolo di facce brutte, sporche e cattive – tra cui Dennis Wise, Wally Downes, John Fashanu e Lawrie Sanchez – che giocava un calcio ‘schifoso’ e violento, ai limiti della legalità. E che il 14 maggio 1988 entrò nella storia arrivando a vincere un’improbabile FA Cup, nel vecchio stadio di Wembley contro il grande Liverpool. 

Profeta di quella squadra era l’osceno mediano Vinnie Jones, il figlio di un guardacaccia di Watford che un giorno dichiarò: “Ho tolto la violenza dagli spalti e l’ho portata in campo”. Di lui come calciatore restano nella memoria gli innumerevoli falli ed espulsioni, la foto in cui marca un imberbe Paul Gascoigne strizzandogli i testicoli e la squalifica di sei mesi che la federazione gli comminò nel 1992 “per aver screditato il calcio” per la famigerata Soccer’s Hard Men: una videocassetta con il peggio delle sue mattanze e le istruzioni per l’uso per giovani carnefici. Appese le scarpe al chiodo, Vinnie Jones ha cominciato una carriera d’attore nel ruolo di psicopatico: un personaggio creato su misura per lui, dagli esordi nei film sulla malavita londinese di Guy Ritche ai recenti successi hollywoodiani

E proprio mentre Vinnie Jones cominciava la sua carriera a Hollywood, nel 2002 la dirigenza del Wimbledon FC – che in mancanza di uno stadio a norma da qualche anno divideva l’impianto col Crystal Palace – decise di trasferirsi a Milton Keynes. Quello stesso anno però un gruppo di tifosi decise di autotassarsi, e dalle ceneri del dissolto club riuscì a fondare l’AFC Wimbledon e a iscriverlo nel campionato regionale. Da allora, mentre l’AFC ha inanellato una serie incredibile di promozioni consecutive arrivando l’anno scorso tra i professionisti – unica squadra autogestita nel panorama inglese – i ricchi Dons stagnano tra la terza e la quarta divisione. E il mese prossimo la squadra della città dormitorio, senz’anima e senza tifosi e costruita per puro tornaconto economico, dovrà sfidare per la prima volta nella storia la sua nemesi. E quella del calcio moderno.