L'ex premier invita il leader dell'Udc a unirsi alla coalizione di centrodestra e auspica che alle elezioni regionali in Lombardia Pdl e Lega "possano riconoscersi in un unico candidato". Duro attacco a Monti dopo un anno di governo tecnico
Berlusconi chiama Casini. L’ex presidente del Consiglio, tornato oggi a Milanello a oltre un anno dalla sua ultima visita al centro sportivo del Milan, ha ricordato che il leader Udc aveva promesso in passato che si sarebbe riavvicinato al Pdl “se non ci fosse stata più la presenza” del Cavaliere. L’ex premier attacca anche Monti perché “i dati dopo un anno di governo tecnico sono disastrosi” e ha aggiunto di essersi allontanato per un periodo dal Milan a causa delle vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto.
L’ex premier, insomma, prova a compattare il centrodestra, nella speranza “che i moderati possano ancora prevalere nelle prossime elezioni”. Prima delle politiche, però, l’attenzione è spostata sul Pirellone, dove il Cavaliere spiega che Pdl e Lega trovino la sintesi in “un unico candidato” anche se non sarà lui a decidere tra Albertini o Maroni“. Parere positivo anche sull’Election Day per le regionali, così da evitare di “ricadere in un periodo elettorale troppo lungo”. E ha annunciato un incontro in programma questa sera tra Napolitano, Schifani e Fini per decidere la data definitiva. Al di là della stretta attualità, l’ex premier ritiene che sia necessario un cambiamento radicale dello scenario politico. “Le elezioni siciliane hanno confermato quanto dicevano tutti i sondaggi: il 70% degli italiani è disgustato da questa politica, da questi partiti e da questi protagonisti”. “Bisogna avere il coraggio di cambiare”, ha sottolineato, auspicando una svolta da qui alle elezioni.
Dure le parole su Monti: “I dati dopo un anno di governo tecnico sono disastrosi – ha detto – credo si debba cambiare assolutamente la politica economica imposta dall’Unione europea e soprattutto dall’egemonia tedesca, che non è solidale, non pensa al bene di tutti ma al bene di se stessa”. L’ex premier, però, non ha voluto esporsi circa la possibilità di togliere la fiducia al governo, delegando la decisione ad Alfano (“è il nostro segretario che si esprime a riguardo”). Il Cavaliere ha anche affrontato il capitolo della giustizia, spiegando i motivi che lo hanno in qualche modo allontanato dal Milan, tra cui la recente condanna a 4 anni in primo grado per frode fiscale. “Ho dovuto prestare attenzione ai casi giudiziari che mi sono stati gettati addosso e che mi hanno portato via tantissimo tempo. Ho dovuto passare interi pomeriggi sabati, domeniche, lunedì con gli avvocati e con l’indignazione di chi sa bene che nessuno di questi giudizi era fondato sulla realtà”. E, come spesso è accaduto in passato, non è mancata neanche la battuta a due giornaliste a cui, dopo avere detto di sentirsi “35 anni” ha aggiunto di essere “disposto a provarlo” e di avere in mattinata “72 flessioni, non sono poche per uno che ha la mia età, 56 anni”.