Dopo il caso Bonsu, lo scandalo Green Money 2 e l'arresto dell'ex comandante Giacobazzi, il neo sindaco 5 Stelle non rinnova la fiducia ad Alessandro Cimino voluto dal commissario Ciclosi. L'assessore alla sicurezza: "Stabilità, organizzazione ed un ritrovato spirito di motivazione del personale, al fine di costruire un progetto duraturo per la nostra città”
Non c’è pace per la polizia municipale di Parma. Dopo la bufera che aveva travolto gli agenti per il caso Emmanuel Bonsu e l’arresto dell’ex comandante Giovanni Maria Jacobazzi nell’inchiesta Green Money 2, ora i vigili urbani della città ducale sono di nuovo senza una guida.
Il sindaco Federico Pizzarotti ha infatti deciso di non confermare l’incarico ad Alessandro Cimino, che da sei mesi aveva preso le redini del comando di via del Taglio. Cimino, che aveva vinto il concorso da comandante ed era entrato in servizio a maggio 2012 sotto l’amministrazione straordinaria del commissario Mario Ciclosi, non ha superato il periodo di prova di sei mesi previsto, in scadenza proprio in questi giorni. La comunicazione della mancata conferma, che avrebbe significato un incarico a tempo indeterminato per Cimino, è arrivata al comandante a inizio settimana, ma le ragioni della scelta dell’amministrazione 5 stelle sono arrivate solo successivamente.
Apparentemente non vi sono stati screzi tra le parti, tanto che l’ex comandante soltanto pochi giorni fa era presente in veste ufficiale all’apertura al traffico del nuovo Ponte Nord alla presenza di Pizzarotti. Inoltre in questo periodo di servizio, a Cimino non sono state recapitate lettere di richiamo o provvedimenti disciplinari che potessero far presagire una mancata conferma, cosa che potrebbe portare l’ex numero uno dei vigili a fare ricorso contro il “licenziamento”.
“Vi saranno date comunicazioni prossimamente” si è limitato a dire il sindaco Pizzarotti, che ha la delega al Personale e da cui dipende direttamente la polizia municipale. Le spiegazioni sono arrivate a qualche giorno di distanza, tramite una nota scritta dell’assessore alla Sicurezza Cristiano Casa, che ha parlato di una frattura tra il corpo di polizia, demotivato dagli eventi del passato, e l’amministrazione. L’assessore ha spiegato che per assicurare alla cittadinanza i migliori servizi legati alla sicurezza urbana sono necessarie “autorità, stabilità, organizzazione ed un ritrovato spirito di motivazione del personale, al fine di costruire un progetto duraturo per la nostra città”. Caratteristiche che evidentemente non sono stare riscontrate nell’ex comandante.
La realtà però è che per l’ennesima volta la polizia municipale di Parma dovrà affrontare un nuovo cambiamento. Nel 2008, dopo il caso Bonsu, non venne riconfermata nel suo ruolo l’ex comandante Emma Monguidi, che ritenendosi demansionata, ha portato il Comune in tribunale. Al suo posto arrivò Jacobazzi, che a giugno 2011 è stato una delle persone arrestate nell’operazione Green Money 2. Con l’arrivo di Cimino, che aveva vinto il concorso pubblico, sembrava che la situazione dopo anni travagliati potesse tornare alla normalità.
Ora invece si attende l’arrivo di una nuova nomina. Scorrendo la graduatoria del concorso, il secondo classificato è Daniele De Sanctis, ex numero uno della municipale di Pietrasanta e vincitore di un altro analogo bando nel Comune di Figline Valdarno, e la terza è Giulia Fava, già in forza a Parma come commissario. Ma non è detto che il nome del nuovo comandante arrivi dal concorso. Pizzarotti potrebbe decidere di scegliere una persona di fiducia, senza rispettare la graduatoria, come avevano fatto i suoi predecessori: l’ex sindaco Elvio Ubaldi aveva nominato personalmente i comandanti che si sono avvicendati nel corso dei suoi mandati, e Jacobazzi, ex comandante provinciale dei Nas, era stato chiamato in via del Taglio da Pietro Vignali. Anche il primo cittadino Cinque stelle quindi potrebbe optare per una nomina a propria discrezione.
Di certo i problemi per Pizzarotti non finiranno con un nuovo affidamento dell’incarico. Gli agenti della polizia municipale da giorni sono sul piede di guerra insieme ai dipendenti comunali del Duc (lo stabile dove sono collocati gli uffici distaccati del Comune) per il mancato pagamento di indennizzi e straordinari. I sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione per la polizia municipale a causa del mancato riconoscimento delle indennità di flessibilità per i servizi esterni e per il servizio notturno.
Pizzarotti aveva garantito che stipendi e indennità contrattuali (reperibilità, indennità di turno e festive) non avrebbero subito variazioni, ma che i tagli avrebbero colpito le indennità aggiuntive, che trovano copertura tramite risorse integrative in base al bilancio. “In un momento particolarmente difficile in cui i cittadini fanno sacrifici – ha dichiarato in una nota – mi pare che questo punto vada rivalutato nell’ottica secondo cui l’amministrazione dovrebbe per prima dare il buon esempio. Il nostro ed il loro lavoro è qualcosa di più, è una missione, è un gesto di responsabilità quotidiana che trascende una mera considerazione economica”.
Non tutti però la pensano come il primo cittadino a Cinque stelle. I sindacati, dopo incontri con l’amministrazione che non hanno portato a nulla, nella prima assemblea pubblica dei dipendenti hanno rincarato la dose: “Mancano 961mila euro che dovrebbero andare ai dipendenti comunali. Quindi le buste paga subiranno dei tagli importanti – ha spiegato Sauro Salati, segretario generale Funzione pubblica Cgil – Gli agenti poi, essendo in 200, non sarebbero nemmeno dovuti a fare i turni notturni. Oltretutto se non vengono pagate le indennità”. Se non arriveranno risposte concrete dipendenti comunali e vigili minacciano di rivolgersi al prefetto e di bloccare tutte le flessibilità dei turni, con il rischio di fermare la macchina comunale.