Nel 1968 Robert Kennedy esaltò il benessere interno lordo dicendo che occorre non parlare di prodotto ma di qualità.
Le aziende sanitarie hanno, negli ultimi anni, paragonato invece sempre più la salute a un prodotto con scarsa, se non nulla, qualità. L’ultimo esempio arriva da Modena dove molti operatori sanitari sono indagati per sperimentazioni sull’uomo di presidi sanitari.
Il ministro Balduzzi è soddisfatto per i controlli “efficaci“. Ma i controlli, signor ministro, dovrebbero essere preventivi, come spiega quel che è successo a quei pazienti, se ancora vivi, che hanno protesi non sicure. Altri casi simili si sono verificati poco tempo fa per le protesi mammarie: è così certo che siano efficaci? Non pensa che solo un nuovo sistema di controllo a campione sui pazienti in modo da far sentire tutti gli operatori sanitari, a cominciare dai medici, controllabili nel loro operato potrebbe abbattere questo orrido mercato sulla pelle dei cittadini?
Cancelliamo i controlli sulle carte (cartelle cliniche) e facciamoli sui pazienti, forse riusciremo ad arrivare prima in attesa che si ritorni al rispetto delle regole in modo che la salute sia un bene comune e non un mercato.
Chiamiamo le aziende sanitarie “case del benessere” perché la salute deve essere un benessere non un prodotto.