“I partiti personali sono condannati in tempi brevi a finire. E anche l’Idv lo farà”. Parole di Antonio Di Pietro tornato a ricucire la fiducia con il suo elettorato da Bologna dove, con il caso del dispendio dissennato di soldi pubblici del consigliere regionale Paolo Nanni per convegni e trasferte inesistenti, sembrava che l’Idv potesse implodere.
Botta fortissima che porta ancora con sé molte ombre e parecchie polemiche, ma che il leader molisano rintuzza con l’ipotesi di defilarsi dalla presidenza del partito: “Con l’assemblea nazionale del 15 dicembre avvieremo l’iter per togliere il mio nome dal simbolo, poi attraverso il percorso che deciderà il congresso, sono pronto a farmi da parte”.
La metafora di Di Pietro rientra nel repertorio contadino (“mi sento come quel padre che vede il figlio crescere, lo vede avere il raffreddore, e non vede l’ora che cammini da solo. Non lo abbandonerò mai, ma non ci sto con il cappello sopra per sempre”), ma rispecchia una possibile aria di cambiamento nell’Idv di certo non prima delle prossime elezioni di primavera.
“La data dell’election day la condividiamo soprattutto perché ci permetterà di risparmiare denaro”, spiega l’ex magistrato, “ma ci vuole una legge elettorale come il Mattarellum per permettere agli elettori di scegliere direttamente chi votare. Poi certo Napolitano ha chiesto di votare prima la legge di stabilità, ma attenzione l’Idv voterà contro le leggi di quei tecnici in loden che facendo pagare sempre ai più deboli uccidono la democrazia”.
Di Pietro ne ha anche per l’annosa questione dei lacrimogeni piovuti dai tetti del ministero della Giustizia a Roma: “Non so se sono rimbalzati o da dove sono partiti, dico che il problema politica che ci sta alla base è una guerra tra poveri che non ha senso”. Poi su Grillo che ha invitato i poliziotti a togliersi la divisa e mescolarsi con i manifestanti: “Sono stato poliziotti e magistrato, lo stato di diritto e la legalità vanno rispettate. Questo non vuol dire che sono contrario a quello che dicono Grillo e il Movimento 5 Stelle, anzi se come ha fatto Favia hanno bisogno di avvalersi di nostri deputati per far sentire la loro voce in Parlamento, prima di entrarci con i loro futuri deputati, ben venga”.
Infine si torna a parlare dell’affare Mura/Nanni, proprio mentre la tesoriera nazionale è assente per problemi di salute che l’hanno costretta in ospedale da giorni: “Piena fiducia a Silvana Mura, sono orgoglioso di lei. E poi l’Idv, come gli altri partiti, non aveva obblighi di legge, titoli giuridici e tecnici, per controllare le spese di Paolo Nanni. I fondi venivano gestiti direttamente dal consigliere regionale e ora la magistratura fa bene ad accertarne l’utilizzo improprio. Il mio partito si costituirà parte civile e nel caso otterrà indietro un risarcimento lo devolverà in beneficienza”.