Sarà in grado il centrosinistra di governare l’Italia devastata dalla crisi economica e dallo scontro sociale? Nei forum del Fatto Quotidiano, i candidati alle primarie, Matteo Renzi, Nichi Vendola, Bruno Tabacci e Laura Puppato, hanno risposto a questa e alle altre domande sul futuro che ci aspetta con idee e proposte più o meno convincenti e comunque mettendoci la faccia. Tutti tranne uno, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: non un’assenza da poco trattandosi del favorito nella corsa a due con il sindaco di Firenze; colui che potrebbe, quindi, essere il prossimo premier (Monti permettendo) alla luce dei sondaggi favorevoli ai Democratici.
Bersani, naturalmente, è libero di parlare (o non parlare) con chi vuole e archivieremo il suo rifiuto tra le scortesie gratuite, visti i ripetuti inviti a cui egli e il suo staff non si sono neppure degnati di rispondere. Ce ne faremo una ragione. Ma il punto è un altro e riguarda il rapporto tra politica e informazione, sempre più mortificante (per l’informazione). Vecchi o nuovi che siano, infatti, i leader politici si mostrano sempre più insofferenti verso le residue forme di giornalismo non prono o cloroformizzato. Cercano sempre l’atterraggio morbido sulle pagine dei quotidiani.
Per non parlare della tv: non bastava la fatwa di Grillo contro i talk show, ora c’è anche chi, come il pittoresco Formigoni, minaccia di “spaccare la faccia” al conduttore se impertinente. Del resto, Bruno Vespa è stato chiaro sul gradimento preventivo di lor signori su questa o quella testata. Lungi da noi pensare che Bersani ce l’abbia con il Fatto per l’attenzione che abbiamo dedicato (e continueremo a dedicare) ai suoi ex collaboratori coinvolti in indagini giudiziarie. Perché se ciò fosse egli avrebbe già perso in partenza la battaglia della trasparenza con Renzi e Vendola (che passati ai raggi x da questo giornale non ne hanno certo fatto una questione personale). Peggio ancora, però, se certi dinieghi rispondessero al riflesso condizionato da vecchio politburo, secondo cui il giornalista migliore è quello che non fa domande e si limita a trascrivere le risposte (meglio ancora se zuzzurellone da intrattenimento).
Animo Bersani, con i soffietti e le pacche sulle spalle non si governa un Paese.
Il Fatto Quotidiano, 18 Novembre 2012