Botte e insulti. E’ degenerata subito la manifestazione organizzata a Parigi contro le nozze gay. Alcune migliaia di cattolici radicali dell’istituto Civitas si sono dati appuntamento davanti al ministero della Famiglia, da dove è partito il corteo contro contro il progetto di legge del governo di sinistra che apre la strada al matrimonio e all’adozione da parte di coppie omosessuali, approvato dal governo lo scorso 7 novembre. 

Alcune militanti del movimento femminista ucraino Femen avevano deciso di inscenare una protesta pacifica e ironica, ma “quando sono andate verso i manifestanti – racconta la giornalista e saggista Caroline Fourest, anche lei malmenata – “degli individui le hanno inseguite, erano scatenati. Le ragazze hanno preso botte e colpi in tutte le parti del corpo”. Anche i giornalisti e i fotografi presenti sono stati circondati e in alcuni casi aggrediti e picchiati. Le persone aggredite parlano di una “trentina” di  aggressori fra i manifestanti cattolici, per fermare i quali è stato necessario un cordone di polizia. Il segretario socialista, Harlem Desir, ha subito condannato l’aggressione.

E’ la seconda giornata consecutiva di protesta per i cattolici, scesi in strada brandendo croci cristiane insieme alla bandiera nazionale. Tra gli slogan: “Sì alla famiglia, no all’omofollia”, “Un papà e una mamma per ogni bambino”.  Il responsabile di Civitas, Alain Escada, ha dichiarato: “L’omosessualità è una deviazione e va corretta. Combatteremo per proteggere la famiglia e i bambini”. Altre manifestazioni si sono svolte oggi anche nel resto della Francia come a Tolosa dove sono dovute intervenire le forze dell’ordine per impedire scontri tra manifestanti e gruppi a favore del matrimonio gay.

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