Si tratta di alcuni ingegneri della motorizzazione civile e dei titolari di due scuole guida, una a Varese e una a Castellanza, sempre nel Varesotto accusati a vario titolo di peculato, concussione, corruzione e falso
Garantivano revisioni facili e corsie preferenziali per le pratiche di chi pagava le mazzette. Questo il quadro in cui, secondo l’accusa, operavano le dodici persone finite in manette nella giornata di venerdì 16 novembre tra Varese e Verbania, tutti accusati di una sfilza di reati in associazione che vanno dal peculato alla concussione, passando per la corruzione e il falso. Si tratta di alcuni ingegneri della motorizzazione civile e dei titolari di due scuole guida, una a Varese e una a Castellanza, sempre nel Varesotto.
Sarebbero almeno un centinaio le pratiche truccate grazie al sistema ordito dal sodalizio. Automobili e autocarri che, con la compiacenza di tutti gli appartenenti al sistema e dietro il pagamento di cospicue somme di danaro, potevano passare tranquillamente la revisione, senza temere bocciature o costose riparazioni.
L’operazione è stata condotta dalla polizia stradale di Verbania ed è arrivata a conclusione di un’indagine coordinata dal sostituto procuratore varesino Massimo Politi, avviata anche grazie alla denuncia di un cittadino. Ci sono voluti alcuni mesi di lavoro per ricostruire e disarticolare gli intrecci che legavano le revisioni facili ai titolari delle scuole guida e da quelli ai dipendenti della motorizzazione varesina.
A vestire i panni dei corruttori, in questa vicenda, sarebbero proprio i titolari delle scuole guida che, stando alla ricostruzione degli inquirenti, raccoglievano le pratiche dei loro clienti promettendo risultati certi dietro il pagamento di somme extra. Questi si rivolgevano ai loro contatti all’interno della motorizzazione civile di Varese a cui affidavano le pratiche oliate da somme di danaro (che i funzionari corrotti intascavano). In questo modo le cartelle ottenevano una corsia preferenziale e nel giro di poco tempo tornavano, opportunamente artefatte, alle scuole guida e da lì ai proprietari degli automezzi. Il tutto per un giro d’affari che muoveva decine di migliaia di euro.
A tradire l’organizzazione sarebbero state delle evidenti incongruenze emerse durante alcuni controlli da parte delle pattuglie della polizia stradale. Incrociando i dati delle pratiche gli agenti hanno rilevato addirittura che sui documenti in alcuni casi sarebbero stati trascritti numeri di targa sbagliati.
Così, al termine delle indagini, nella giornata di venerdì gli agenti della stradale hanno eseguito una cinquantina di perquisizioni tra gli uffici della motorizzazione e le sedi delle scuole guida coinvolte, sequestrando decine di pratiche sospette.