Il segretario del Pd ha poi ricevuto un'ovazione all'interno del Teatro Massimo: "Conosco la Sardegna, capisco il dramma che si sta vivendo e sono sempre per parlare con i lavoratori, tranne per quelli che dicono 'Bersani traditore', perché io traditore non mi sento. Ci vogliono tavoli di confronto su tanti temi che riguardano la Sardegna e l'intero Paese"
“Traditore, buffone” e poi un’ovazione. Luci e ombre, insulti e applausi per il segretario del Pd Pierluigi Bersani a Cagliari, ultima tappa del suo viaggio in Sardegna per le primarie. Un gruppo di operai dell’Alcoa di Portovesme ha raggiunto il Teatro Massimo, presidiato dalle forze dell’ordine, esponendo uno striscione con la scritta “Alcoa chiude, Bersani traditore” e urlando slogan al megafono contro il leader democratico accusato di aver abbandonato il territorio. Gli operai non hanno mai smesso di protestare per portare all’attenzione dell’opinione pubblica la loro situazione.
Un coro di ‘buffone, buffone’ ha poi accolto il politico al suo arrivo. Non c’è stato nessun contatto tra i contestatori – operai Alcoa, Donne indipendentiste, Popolo antiequitalia – e il leader del Pd che è entrato da un ingresso laterale schivando i manifestanti, a pochi metri da lui. L’ingresso nel teatro è stato poi salutato da un’ovazione. Almeno due minuti di applausi e pubblico in piedi, mentre all’esterno andava in scena la contestazione .“Sono qui per le primarie e per il lavoro. So bene quali sono i problemi della Sardegna che ha un tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Italia”, ha detto Bersani ai cronisti prima di salire sul palco.
“Conosco la Sardegna, capisco il dramma che si sta vivendo e sono sempre per parlare con i lavoratori, tranne per quelli che dicono ‘Bersani traditore’, perché io traditore non mi sento. Ci vogliono tavoli di confronto su tanti temi che riguardano la Sardegna e l’intero Paese. Tavoli – ha ricordato il segretario Pd – dove si stia alla pari, con autorevolezza e reciproco rispetto”.