Alessio Maier è uno dei sei della banda di sequestratori del ragionier Spinelli e della moglie. E’ nato a Como ed è residente a Malnate in provincia di Varese e risulta avere precedenti per associazione a delinquere legati al traffico di auto rubate e a un giro di false finanziarie da cui partì un’indagine per truffa per cui fu arrestata anche la moglie di Franco Baresi, Maura Lari.
L’uomo, nel suo profilo Facebook si dice divorziato e in possesso di diploma di ragioneria. Inoltre afferma di essere titolare di una piccola azienda produttrice di led, la Uniled. La citazione preferita di Maier è: “Non importa quante volte cadi, conta quanto più veloce ti rialzi!”. Gli altri cinque arrestati nell’operazione della polizia su mandato della procura di Milano sono altri due italiani: il capobanda Francesco Leone, pregiudicato di Bari legato al clan Parisi e autore di una celebre rapina a fine anni ’80 alla Caripuglia nel capoluogo pugliese, con un bottino di 1 miliardo e 200 milioni di lire. Autore tra l’altro già di un rapimento lampo ai danni di un ufficiale dell’Aeronautica militare nel 2000, per cui chiese anche un riscatto e venne successivamente condannato a 9 anni e 4 mesi.
Durante la ricostruzione delle fasi del sequestro di Spinelli e della moglie, la polizia ha precisato che Leone si è tradito anche per via di un paio di scarpette rosse con le stringhe nere, da appassionato milanista quale egli è. Per le indagini è stata determinante, comunque, anche una sua traccia biologica lasciata in casa del ragioniere. A portare gli investigatori sulle tracce del leader del gruppo, il primo ad essere stato individuato, è stata però la ripresa di una telecamera di sorveglianza in cui appare, appunto, calzare delle scarpette rossonere. Calzature con cui poi verrà nuovamente fotografato, nel corso delle indagini, allo stadio Meazza di Milano, durante una partita della sua squadra del cuore. Dai tabulati telefonici e dai primi accertamenti gli investigatori sono poi risaliti a Maier, che con Leone aveva avuto un’assidua frequentazione anche nei giorni precedenti al sequestro, e da loro agli altri componenti del gruppo.
Per quanto riguarda la restante parte del gruppo di sequestratori, l’italiano Pierluigi Tranquilli è incensurato ed è stato arrestato dalla mobile di Roma al casello autostradale di Valmontone mentre era diretto in Toscana diretto all’azienda del padre. Il ”ruolo esatto” di Tranquilli “non è ancora chiaro – secondo il gip -. Come ipotizzato dal pm egli potrebbe aver suggerito l’obiettivo da aggredire ovvero procurato o collaborato a procurare i documenti che lo stesso Spinelli afferma di aver visionato durante il sequestro”. Di fatto sperava che l’affare andasse in porto, visto che aveva già ordinato una Ferrari Spider. Agli atti vi sono tra l’altro numerosi sms intercettati tra Tranquilli e Leone, il presunto capo della banda, dal cui tenore “emerge senza ombra di dubbio – scrive il gip – che il Tranquilli è a parte dei progetti di Maier e Leone relativi al recupero delle cassette di sicurezza del Maier e trasferimento in Svizzera del denaro. Che si tratti di una somma rilevante emerge dall’accortezza del Tranquilli che quando riceve la notizia che l’operazione non è andata in porto così scrive a Leoni: ‘La mia famiglia, la mia azienda e tutti i nostri sacrifici sono nelle tue mani. Non ti dico più niente frate. Risulta anche che Tranquilli – aggiunge il giudice – abbia di recente ordinato una Ferrari 458 Spider, verosimilmente contando di avere a breve la disponibilità di un ingente somma di denaro”.
Gli altri tre Marjus Anuta, Ilirjan e Laurenc Tanko sono invece albanesi, tutti con precedenti penali e sono stati arrestati a casa delle sorelle: Lauren Tanko – il più anziano dei tre – è un latitante, già ricercato dalla polizia per essere evaso dagli arresti domiciliari.