In "gara" Santanchè, Biancofiore, Mussolini, Galan, Cattaneo, Crosetto e Sgarbi. Alle primarie si arriva però dopo la bufera scatenata dieci giorni fa da Silvio Berlusconi che aveva annunciato una rivoluzione. Dichiarazione che aveva provocato la reazione del segretario: "Non siamo barzellettieri"
Angelino Alfano, Daniela Santanchè, Michela Biancofiore, Alessandro Cattaneo, Giancarlo Galan, Gianpiero Samorì, Alessandra Mussolini, Guido Crosetto, Vittorio Sgarbi e Giorgia Meloni. Ecco i nomi dei nove candidati alle primarie del centrodestra. Il termine per la presentazione delle candidature scade il 19 novembre, mentre la loro ufficializzazione dovrà avvenire entro le 12 di domenica 25 e saranno ritenute ammissibili solo quelle candidature supportate da un minimo di 10mila firme. Resta l’incognita Giulio Tremonti, il cui nome era circolato nei giorni scorsi e che porterebbe l’elenco dei candidati a dieci. Alle primarie si arriva però dopo la bufera scatenata dieci giorni fa da Silvio Berlusconi che aveva annunciato una rivoluzione, intenzione che aveva provocato la reazione del segretario: “Non siamo barzellettieri”.
Giorgia Meloni ha spiegato che la sua candidatura è stata sofferta, ma necessaria. L’ex ministro della Gioventù infatti ritiene che ci siano “alcune cose da chiarire” rispetto a quanto detto da Alfano su Monti. “Io sono per il bipolarismo e per un no chiaro all’esperienza Monti. Dobbiamo tornare alla sovranità del popolo – afferma – Alfano deve chiarire se il Pdl sarebbe disponibile a sostenere Monti senza la sinistra, ma con Montezemolo e Casini. Invece al Monti-bis il mio è un no in ogni caso”. Di tutt’altro avviso è invece Stefano Caldoro che preferisce rimanere presidente della regione Campania. Nell’elenco non figura nemmeno Roberto Formigoni, il governatore della Lombardia, che giorni fa aveva invece manifestato l’intenzione di candidarsi.
Resta ancora da sciogliere anche il nodo della “formula” delle primarie: l’ultimo ufficio di presidenza, infatti, ha dato il via libera al modello americano, ma la possibilità che il prossimo 10 marzo si vada a votare anche per le politiche ha fatto sorgere dubbi sulla fattibilità di primarie in “quattro round” con convention finale, tanto che lo stesso segretario ha annunciato la richiesta di un nuovo ufficio di presidenza per ipotizzare un ritorno a primarie da svolgersi in un’unica giornata.