Il ministro dell'Economia mette in dubbio la firma entro l'anno, ipotizzata ieri un alto funzionario delle Finanze elvetiche. Ancora sul tavolo le questioni relative a "trasparenza, riciclaggio e scambio di informazioni". Il patto consentirebbe di tassare i capitali esportati
Il ministro dell’Economia Vittorio Grilli gela le attese sull’accordo fiscale tra Italia e Svizzera, che consentirebbe al nostro Paese di tassare i capitali esportati. “Non so se si farà entro l’anno”, ha affermato il ministro – a Bruxelles per l’Eurogruppo straordinario sulla Grecia – dopo che ieri un alto funzionario delle Finanze elvetiche aveva indicato il prossimo 21 dicembre come la possibile data di firma del patto.
“Ci sono ancora dei problemi”, ha spiegato il ministro, “stiamo lavorando, abbiamo già fatto diversi incontri a livello tecnico e la prossima settimana ci sarà uno steering committee. Lavoriamo con grande lena, ma – ha avvertito – ci sono ancora problemi sul tavolo, in termini di trasparenza, riciclaggio e scambio di informazioni“. L’auspicio è comunque che “si raggiunga un accordo ovviamente non polemico, ma deve essere fatto con tutti gli ingredienti che per noi sono indispensabili”.
L’accordo con la Svizzera ”non può essere un condono o un’amnistia“, ha continuato, “prima di parlare di cifre bisogna avere i parametri dell’intesa”.