L'associazione ambientalista lancia sul proprio sito l'iniziativa "Io non vi voto" contro il silenzio della politica in tema di energia pulita. Roma tappezzata di manifesti con i volti dei politici e la domanda "Sei amico del petrolio e del carbone?". Vendola e Puppato appoggiano la campagna
L’iniziativa lanciata da Greenpeace sul proprio sito contro la ‘politica fossile’ (raggiugibile anche dall’url www.iononvoto.org) non ha lasciato indifferenti i candidati alle primarie del centrosinistra. La campagna “Io non vi voto” parte da un semplice assunto: chi vuole meritarsi il voto deve impegnarsi a garantire agli italiani un futuro energetico pulito. L’attacco è rivolto, in particolare, a petrolio e carbone, simboli, secondo Greenpeace, della ‘vecchia’ energia, dannosa per l’ambiente e sostenuta solo in nome di logiche commerciali favorevoli alle multinazionali del settore.
Greenpeace ha scelto Twitter come megafono della protesta. E proprio su Twitter è arrriva la risposta di Nichi Vendola. Il leader di Sel ha ribatito la necessità di “diffondere le energie rinnovabili per liberare l’Italia dal ricatto di carbone e delle energie fossili”, sposando in toto l’appello degli ambientalisti.
Anche Laura Puppato è intervenuta sull’argomento: “Ho visto con piacere la campagna nazionale lanciata da Greenpeace che chiede ai politici scelte precise in materia di ambiente e di energia pulita, invitando a non andare a votare coloro che non si esprimono con chiarezza su questi temi”. L’unica donna candidata alle primarie del centrosinistra ha messo al centro del suo programma il tema dell’ambiente e non perde occasione per ricordarlo: “Potenziare la Green Economy e sviluppare le tecnologie della Blue Economy significa non solo salvaguardare ambiente e territorio ma anche creare nuovi posti di lavoro ad alto contenuto intellettuale. Nessuna delle proposte politiche che conosciamo presenta una strategia del riequilibrio in chiave ambientale. La politica del passato ci ha lasciato un debito pubblico anche nei confronti del nostro pianeta, consumando le risorse disponibili: abbattere questo debito producendo energia pulita e riducendo significativamente i consumi è per me una priorità irrinunciabile. Per questo non posso che aderire pienamente all’iniziativa di Greenpeace e per questo ho risposto con nove convinti sì al questionario sulle politiche energetiche che hanno inviato a tutti i politici”.
Il responsabile green economy del Pd Ermete Realacci ribadisce il concetto: “Ci sono tutte le condizioni perchè l’Italia come la Germania si ponga l’obiettivo di raggiungere il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili al 2050. Intanto è necessario puntare di più su politiche di efficienza e risparmio energetico, sull’innovazione, la ricerca e la qualità che sono alla base della green economy”. Dello stesso avviso sono i senatori Ecodem del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta: “Greenpeace ha ragione: quale idea si abbia per la politica energetica futura del nostro Paese è un tema che deve essere al centro del dibattito politico. Noi ribadiamo: no a nuove centrali a carbone e no alla riconversione a questo fossile killer di altre centrali; no alle trivellazioni al largo delle coste italiane”. La posizione dei senatori del Pd sui combustibili fossili è chiara: “Chi in Italia dice che il nostro Paese ha assoluto bisogno di carbone e di quelle non ingenti scorte petrolifere giacenti nei nostri mari, porta avanti non gli interessi generali ma quelli di alcune lobby. I cittadini su questi temi hanno sempre una maggiore attenzione, chi si candida a rappresentarli deve avere una posizione chiara e votata all’innovazione”.
L’iniziativa “Io non vi voto”, come spiega la nostra Sonia Alfano nel suo blog, permette agli elettori di porre domande ai politici attraverso Twitter. Alla mobilitazione online, si è aggiunta un’azione diretta: la notte scorsa gli attivisti di Greenpeace hanno affisso sui muri di Roma una serie di manifesti con il volto di alcuni leader politici del Paese (Bersani, Alfano, Renzi, Casini, Fini), con su scritto una domanda: “Sei amico del petrolio e del carbone?“. “Il nostro non è un messaggio astensionista – precisa Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace – al contrario, pensiamo sia giunto il momento in cui i cittadini devono porre delle condizioni inequivocabili a chi si candida a governarli. Abbiamo inviato un questionario molto preciso a tutti i leader politici nazionali su queste questioni. Al momento hanno risposto in pochi. La politica nel suo complesso, anche quando chiede il voto ai cittadini, rimane sorda e distante”.