Per la chiusura delle primarie del segretario prevista al Paladozza di Bologna venerdì 23, il Comune ha riscosso l'affitto di 5 mila euro non dal ComitatoxBersani, ma dal partito. Nessuna smentita, ma la conferma: il 7 novembre i bersaniani non avevano ancora costituito un comitato bolognese con un suo codice fiscale
La vigilia della chiusura delle primarie del Pd rischia di finire all’insegna del pasticciaccio. Nodo del contendere l’affitto del Paladozza di Bologna dove venerdì sera Pierluigi Bersani, il segretario del Partito Democratico e candidato alle primarie del centrosinistra, concluderà la sua campagna per l’elezione a leader della coalizione in vista delle politiche del 2013. Si tratta di poco meno di 5 mila euro da versare al Comune. E fin qui niente di male. Ma, come raccontato dal Corriere di Bologna, la prenotazione a Palazzo d’Accursio non è stata opera dal comitato “BolognaXBersani”. A firmarlo, invece, il partito stesso attirando le ire dei renziani.
Diffusa la notizia, si diffonde anche la replica del Pd che, affidata a una nota del segretario provinciale Raffaele Donini, chiarisce: nessuna preferenza tra i contendenti, mancavano codice fiscale e conto corrente del comitato pro Bersani. Tutto chiaro, insomma? Pare di no, dato che la giornata è stata un susseguirsi di comunicati in cui si cerca di fare il punto di intenzioni partitiche, difficoltà logistiche e ritardi organizzativi.
Secondo quanto riporta il giornale di via Baruzzi, il direttore del settore salute e sport del Comune di Bologna, Lorenzo Occhionero, firma una determinazione dirigenziale in cui si legge che “per la realizzazione dell’evento ‘Chiusura campagna primarie Pier Luigi Bersani’ l’organizzatore corrisponderà all’amministrazione comunale l’importo di euro 4 mila e 800 euro, oltre a farsi carico direttamente dell’onere della pulizia dell’impianto pre e post evento». La controparte dell’amministrazione cittadina, secondo il documento, è “l’associazione Partito democratico, responsabile dell’organizzazione dell’evento”.
Apriti cielo perché reagiscono i sostenitori di Matteo Renzi, il sindaco di Firenze che, in competizione fin dall’inizio con il segretario, vuole vincere le primarie e rottamare la vecchia classe dirigente democratica. “Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere per la spudoratezza”, sbotta il coordinatore della campagna di Renzi, l’ex primo cittadino di Piacenza Roberto Reggi, che rilancia parlando di “competizione completamente falsata”. L’accusa, in sostanza, è quella di usare i soldi del partito per favorire solo uno dei contendenti alle primarie.
La prima risposta arriva da Alessandro Ricci, il tesoriere del comitato “BolognaperBersani”: “Il 30 ottobre non disponeva ancora di un codice fiscale e relativo conto corrente bancario, che è stato aperto solo in data 7 novembre 2012. Abbiamo pertanto inviato all’Unione provinciale del Pd di Bologna una lettera ufficiale in cui chiedevamo al partito di presentare la richiesta per nostro conto. Per questa prenotazione il Pd di Bologna non ha speso un euro”.
Lo ribadisce Donini, che tenta di smorzare i toni chiedendo “a tutti di mantenere quel clima di fiducia e collaborazione indispensabile per il buon esito delle primarie”. Intanto il bersaniano Ricci si è difeso e ha difeso il comitato sostenendo che parlare di competizione scorretta è una “palese falsità, è un’offesa per tutti noi, che siamo gente onesta, seria, che ha sempre operato in ossequio al regolamento”. Ma le repliche non convincono il coordinatore renziano, Reggi, che non risparmia il vetriolo: “La pezza è peggiore del buco. In questo caso era chiaramente il Pd che doveva pagare. Parlare di una prenotazione può essere una scusa valida per le spese di condominio. Non possono pensare di prenderci in giro. Non abbiamo l’anello al naso”.
E l’ultima parola, almeno per il momento, è quella del giornale che ha dato la notizia. In un editoriale affidato al direttore dell’edizione locale, si sottolinea infatti che “nessuno mette in discussione onestà e serietà”. Ma, aggiunge, “è quanto meno sorprendente apprendere che il comitato elettorale del leader del partito, in una città di non poco conto come Bologna, sia stato costituito a soli 26 giorni dalle primarie, peraltro indette da molti mesi. Ancora più curioso è apprendere che il conto corrente è stato aperto il 7 novembre mentre la determina del Comune è del 13 novembre, una settimana dopo la costituzione del comitato bolognese. Forse ci sarebbe stato il tempo di modificare la prenotazione a nome del, finalmente, costituito ComitatoxBersani”.