La dirigente scolastica vieta tutti i simboli religiosi nella rappresentazione delle festività. Insorgono le mamme: "Assurdo, se c'è qualche riferimento al cattolicesimo ben venga"
Niente presepe a Natale per i 120 bambini della scuola Materna di Caorso, paese del Piacentino. La decisione è stata presa alla preside, Manuela Bruschini per quella che ha motivato come una scelta per “evitare temi e riferimenti espliciti ad un’unica tradizione religiosa nell’ambito dell’organizzazione delle feste”.
Ha fatto discutere e continua a farlo la decisione, tanto che non sono mancate le dure prese di posizione di tutti gli schieramenti politici. “Ho solo chiesto alle maestre di concentrarsi su valori universalmente condivisi, che sono anche alla base del Natale: amicizia e fratellanza” ha spiegato.
Non c’è solo la politica, però, a essersi indignata per l’eliminazione del presepe, simbolo natalizio per eccellenza, dall’istituto scolastico. Sono state le mamme, in primis, a gridare allo scandalo: “Mi spiace, non lo capisco. Anche se c’è qualche riferimento ben venga” è il commento di una delle mamme più diplomatiche interpellate sull’argomento. Ben più duro quello di tante altre: “I bambini son sempre più lontani dal Natale, se poi a scuola iniziano a togliere i presepe…non so dove andremo a finire” oppure “non la vedo una cosa logica, non facciamo del male a nessuno a mantenere le nostre tradizioni” e un’altra rincara la dose: “E’ un’usanza che va rispettata e non lo ritengo giusto. Siamo italiani e cristiani e ognuno si tiene le sue tradizioni”.
Al fianco delle mamme si sono schierati, come detto, quasi tutti i partiti politici. “Toccare il Natale ai più piccoli merita una sola parola: vergogna”, ha tuonato il capogruppo in provincia del Partito Democratico, Marco Bergonzi. “Questo è il multiculturalismo degenere che vorremmo veder morto e sepolto. Siamo indignati” è stata invece la reazione di Stefano Cavalli, consigliere regionale della Lega Nord, il quale ha già annunciato che porterà la questione all’attenzione dell’assessore regionale competente, Patrizio Bianchi, chiedendo un suo intervento “nel nome della sacrosanta difesa del diritto di ogni bambino a festeggiare la festa cristiana del Natale, mai messa in discussione dai precedenti dirigenti scolastici”. Non solo, perché l’onorevole del Pdl Tommaso Foti, dopo aver attaccato duramente le origini politiche della dirigente scolastica, considerandola “erede di Stalin, Lenin e Ceausescu” ha chiesto l’intervento del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo.
La decisione di eliminare ogni riferimento alla tradizione cattolica è arrivata nei giorni scorsi, durante il collegio docenti. “Ma non è un’imposizione” ha detto Bruschini, che comunque non cede, per ora, alle pressioni: “Ho sentito del parere negativo di alcuni genitori. Ma sono alcuni, quindi non esaustivi di una rivolta, com’è stato scritto. Possono sempre chiamarmi, sono pronta al dialogo”.
Insomma, per quest’anno niente presepe, re magi o stelle comete per i 120 bambini delle classi della scuola materna caorsana, che invece onoreranno la ricorrenza con una festa laica.
“La scuola non fa politica” ha tenuto a precisare Bruschini, nel rispondere alle accuse che le sono piovute addosso, decisa a portare avanti la sua scelta: “Lascio al mondo politico la querelle e da dirigente pubblica, convinta di aver dato un’indicazione corretta, non vedo perché dovrei cambiare idea per qualche prima pagina di giornale”. Anche perché, ha chiarito “ho interpretato la normativa e in piena coscienza ritengo di aver dato un’indicazione più che corretta e non lesiva di nessuna tradizione religiosa e culturale”.