Il legale del Cavaliere, con un lungo comunicato che riportiamo integralmente, nega che l'ex presidente del Consiglio abbia interferito nella vicenda e ricostruisce le fasi del rapimento a partire dalla telefonata del contabile fino alla spedizione del fax con la denuncia alla Procura di Milano
Nessun riscatto pagato, nessuna trattativa e nessun ruolo di Silvio Berlusconi, secondo l’avvocato Niccolò Ghedini, nel sequestro di Giuseppe Spinelli, il ragionier e uomo di fiducia del Cavaliere tenuto prigioniero per un’intera notte da una banda di sei uomini arrestati dalla Polizia e che saranno interrogati domani. Questa mattina il contabile, ufficiale pagatore delle Olgettine, ha negato l’ipotesi del pagamento del riscatto avanzata dalla Procura di Milano sulla base di alcune intercettazioni. Il legale del Cavaliere, con un lungo comunicato che riportiamo integralmente, nega che l’ex presidente del Consiglio possa avere avuto un ruolo nella vicenda. E sul caso interviene anche Carlo De Bendetti che fa presente l’impossibilità di eventuali documenti che possano ribaltare la sentenza del Lodo Mondari.
Ghedini: “Nessun riscatto è stato pagato”. “Preciso che nessuna somma di denaro è mai stata pagata a chicchessia né vi è stata alcuna trattativa con i sequestratori. Qualsiasi illazione su questo punto è totalmente destituita di fondamento. Preciso anche che il presidente Berlusconi non ha avuto alcun ruolo nella vicenda e tutte le decisioni sui tempi e sui modi sono state assunte dal ragionier Spinelli e da me. L’unica preoccupazione del presidente Berlusconi è stata quella rivolta all’incolumità del suo collaboratore e dei suoi familiari. Per questo ha offerto con la consueta generosità al rag. Spinelli ospitalità in una sua abitazione e gli ha messo a disposizione una scorta privata. Il tutto, fra l’altro, in pieno accordo con la Procura di Milano. Il ritardo, quindi, con cui è stata avvisata l’Autorità Giudiziaria è unicamente riferibile al più che giustificato timore provocato dai sequestratori nel ragionier Spinelli, il quale temeva gravi ritorsioni per se e per la sua famiglia”. “Chiunque abbia un minimo di esperienza in vicende analoghe sa perfettamente quanto sia sempre grande e difficilmente superabile nell’immediato il timore della vittima a denunciare i fatti. Non vi è quindi nessun punto oscuro in questa vicenda. Tutte le illazioni avanzate da alcuni quotidiani non sono altro che speculazioni di natura evidentemente politica che nulla hanno a che fare con la situazione processuale e con la realtà degli accadimenti”.
La ricostruzione del legale. “Partiamo dall’inizio: il ragioniere Spinelli è stato sequestrato la notte di lunedì 15 ottobre.Nella prima mattina del martedì 16 ottobre, verso le 8.30, Spinelli chiamava al telefono il presidente Berlusconi, narrandogli non del sequestro in corso, ma di essere stato avvicinato da alcune persone inviate da uno studio legale: queste persone volevano fornire del materiale definito risolutivo per la causa Cir-Fininvest e per questo richiedevano 35 milioni di euro. Il ragionier Spinelli forniva una serie di particolari tesi a dare maggiore credibilità alla documentazione, insistendo affinché il presidente Berlusconi autorizzasse il pagamento. La richiesta appariva al presidente Berlusconi del tutto inaccettabile e, per così dire, anche anomala tanto da concludere con il ragionier Spinelli che lo avrebbe fatto chiamare dall’avvocato Ghedini. Il presidente mi avvisava telefonicamente e mi chiedeva di telefonare a mia volta al ragionier Spinelli. Questi mi ripeteva gli stessi concetti che aveva già detto al presidente Berlusconi. Dopo aver valutato il contenuto della presunta documentazione e, in particolare, ritenendo del tutto inverosimile il ruolo attribuito al presidente Fini e sulla base anche della mia conoscenza del ragionier Spinelli richiamai il presidente Berlusconi, dicendogli che a mio parere, lo Spinelli si trovava non in una situazione normale, ma in una situazione di costrizione. Il presidente Berlusconi mi consigliò allora di avvertire i Carabinieri qualora avessi ritenuto che vi fosse una reale situazione di pericolo per il ragionier Spinelli. Non essendo assolutamente certo della situazione richiamai il ragionier Spinelli, dicendogli che a questo punto era necessario vederci di persona. Spinelli mi disse inizialmente che non era possibile incontrarci, ma dopo una decina di minuti mi richiamò per acconsentire. Nell’incontro successivo, avvenuto alle 12.00 di martedì 16 ottobre, il ragionier Spinelli non fece cenno al sequestro avvenuto, limitandosi a dire che le persone con cui aveva parlato erano state molto insistenti, addirittura pressanti. Aggiunse che, a suo parere, si potevano avere i documenti versando una prima tranche di 5 milioni di euro. Pensando che la realtà fosse diversa da quanto raccontava il ragionier Spinelli insistei molto a lungo per sapere come fossero andate realmente le cose, ma senza risultato. Soltanto nella tarda mattinata di mercoledì 17 ottobre, cioè il giorno dopo, Spinelli si recava dal presidente Berlusconi per raccontargli cosa era realmente successo. A questo punto il presidente Berlusconi mi avvisava telefonicamente e mi chiedeva di contattare subito la Procura di Milano. Il ragionier Spinelli però mi pregò di attendere ancora per consentirgli di avvertire la moglie sull’evolversi della situazione. Infatti i coniugi avevano subito pesanti minacce dai sequestratori nel caso in cui avessero narrato i fatti o addirittura avvertito l‘autorità giudiziaria. Appena rientrato a casa, il ragionier Spinelli riceveva la telefonata di uno dei sequestratori. Mi avvisò dell’accaduto e gli feci presente che non si poteva tardare nell’avvertire l’autorità giudiziaria. Così, finalmente, Spinelli acconsentì a recarsi di fronte all’autorità giudiziaria.Perciò avvisai immediatamente il dottor Bruti Liberati al quale, dopo pochi minuti, inviai un fax di denuncia”. Il ritardo, assicura Ghedini, con cui è stata avvertita l’autorità giudiziaria “è unicamente riferibile” al timore provocato dai sequestratori a Spinelli, che temeva “gravi ritorsioni”.