La Curia di Bologna sbatte le porte della sagrestia in faccia a Matteo Renzi. Così l’ultimo incontro bolognese del sindaco di Firenze per le primarie del centrosinistra che si doveva tenere nel cinema parrocchiale Galliera verrà spostato, giocoforza e in tutta fretta, in un’altra sala. La Curia di Bologna ha infatti vietato al candidato per le primarie Pd l’utilizzo per la manifestazione del cinema-teatro Galliera, un posto scelto non a caso da Renzi anche perché situato nel quartiere rosso della Bolognina: quello delle battaglie partigiane e soprattutto quello sede della storica svolta di Achille Occhetto nel 1989 quando iniziò la transizione dal vecchio Partito comunista italiano al Partito democratico della sinistra.
“Avevamo preso un accordo via e-mail con il parroco della chiesa del Sacro Cuore”, ha spiegato il consigliere comunale Pd Benedetto Zacchiroli, ex candidato alle primarie per la corsa a sindaco e principale esponente della corrente renziana a Bologna, “ed eravamo già d’accordo. Questa mattina però siamo stati avvisati che in virtù di un regolamento della Diocesi di Bologna non si possono tenere incontri di natura politica in locali religiosi”.
Alla fine però a fare la loro assemblea i renziani sono finiti nella tana del lupo: al quartiere Santo Stefano, il solo a Bologna guidato dal centrodestra: “L’unico posto libero in centro città – ha spiegato Zacchiroli – e con una capienza di 300 posti come il Galliera era la sala del Baraccano”. Affitto di 300 euro al posto dei 465 del Galliera. La presidente del Quartiere, Ilaria Giorgetti, tessera Pdl e cognata dell’ex ministro Maurizio Sacconi, si smarca dalla polemica: “È una sala pubblica, dentro ci sono stati Piero Fassino, ma anche Gianfranco Fini la scorsa settimana, ospitiamo tutti, in questo caso senza il patrocinio ovviamente. Tuttavia – spiega Giorgetti – io a sentire Renzi ci sarò, anche perché a quell’ora sarò in quartiere per lavorare”.
Ma è la spiegazione da parte del parroco cui fa capo il teatro a lasciare un po’ perplessi: “Martedì pomeriggio il comizio di Renzi ci era stato presentato come un’assemblea civica per discutere con i cittadini. Chi l’avrebbe potuta negare?”, spiega in serata a ilfattoquotidiano.it don Antonio Rota, parroco del Sacro Cuore, cui fa capo il teatro. Insomma nessun acceno sembra di capire al nome di grido che sarebbe arrivato. “Poi oggi (mercoledì mattina per chi legge, ndr) anche con la pubblicizzazione sui giornali si è rivelato che cosa era in realtà: un evento partitico. Appena ho scoperto che si trattava di primarie ho detto loro di fare riferimento agli uffici della Curia. Il regolamento della Curia parla chiaro: nessun evento partitico”.
Tuttavia nel febbraio 2009 l’allora candidato del centrodestra alla carica di sindaco, Alfredo Cazzola, inaugurò il suo tour elettorale proprio nel cinema Galliera vietato a Renzi, e due anni dopo, nel febbraio 2011 successe lo stesso per Daniele Corticelli, candidato della lista civica Bologna Capitale. “Quella di Corticelli – spiega don Rota – non era una cosa partitica. Per Cazzola invece era una cosa diversa: lui è cresciuto qui, in questo oratorio, qui faceva teatro, voleva partire con la campagna elettorale da dove era cresciuto”. Quindi sembra di capire per le regole della Curia vanno bene le liste civiche, i dibattiti politici e sindacali, ma i partiti (con l’eccezione di Cazzola) no. “Vogliamo evitare contestazioni e allusioni”, spiega il parroco. Ma non è, chiediamo al parroco, che i bersaniani hanno fatto pressioni? “No, risponde lui, nessuna pressione esterna. Semmai avrebbe potuto farcene la Curia, ma siamo stati noi autonomamente a dire agli organizzatori del comitato di Renzi di rivolgersi alla Diocesi”. E dalle stanze di via Altabella è arrivato per Renzi un sacro non possumus.