Ricevo e pubblico la replica di Guido Ottolenghi, Presidente di Confindustria Ravenna
A seguire la mia controreplica
A Ravenna è sempre vivo il dibattito sul Premio Guidarello, e si discute se il formato introdotto nel 2006, con l’affidamento della Presidenza della giuria nazionale a Bruno Vespa, sia migliore o peggiore della precedente gestione, in capo a Sergio Zavoli.
Confindustria Ravenna ascolta e rispetta questo dibattito, ma ci dispiace che venga utilizzato a pochi giorni dalla prossima cerimonia, mettendo in ombra la qualità complessiva di un evento di cultura, di festa e di confronto sui temi di attualità, che domenica porterà sul palco del Teatro Alighieri il Ministro Paola Severino, economisti di fama internazionale come Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, e che ricorderà un uomo di grande cultura e passione per Ravenna come il prof. Mario Pierpaoli. Inoltre tra i premiati in tempi recenti abbiamo avuto l’attuale Presidente del Consiglio, Mario Monti, o Luigi Giampaolino, Presidente della Corte dei Conti.
Il Premio Guidarello in questi anni, con la sezione radio/televisione, ha in effetti dato più spazio alla spettacolarità, premiando personaggi della cultura popolare che hanno fatto la storia della televisione in Italia. Ma in parallelo ha anche portato una crescente attenzione ai temi della legalità e dell’approfondimento giornalistico, ha premiato più donne, e acquisito crescente visibilità nazionale.
Per le future edizioni, come sempre, rispetteremo le indicazioni del Comitato dei Garanti e delle giurie, così come valuteremo con grande interesse le eventuali proposte che dovessero pervenire da autorevoli voci della città. Oggi non vediamo alcun aiuto né alcun elemento costruttivo nella critica a mezzo stampa di nomi scelti anche sei anni fa, e nell’attacco ingeneroso a un evento di grande visibilità per tutta la città.
Guido Ottolenghi
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Tutte quelle notizie scomparse dalla tv
Il miglior fico del bigoncio Rai è Report. L’ultima puntata (realizzata da Sigfrido Ranucci a cui andrebbe assegnato il premio Guidarello al posto delle signore del dadaumpa), è stata dedicata alla “rete” di Ponzellini (arrestato sei mesi fa), l’ex presidente della Banca Popolare di Milano, che per statuto avrebbe dovuto finanziare le piccole e medie imprese, invece, “negli ultimi anni si sarebbe trasformata in bancomat per i molti politici e imprenditori, sempre grati”. Nell’inchiesta emergono nomi noti al pubblico che guarda i talk show: La Russa, Santanchè, Brambilla, seguiti da Romani, Bossi, Urso, Calderoli, Dell’Utri, Giani Letta, Tremonti, Milanese e i fratelli Berlusconi, compreso l’attuale ministro dell’economia Grilli.
Altro tema inesistente è l’accattonaggio. Gli homeless in Italia sono quasi cinquantamila, il 59% stranieri e il 61% ha perso il lavoro. Dato raccolto attraverso le presenze nelle 370 mense e 434 dormitori di 158 comuni. L’autocensura colpisce più della censura.
Il Fatto Quotidiano, 21 novembre 2012