I compagni di scuola lo chiamavano "il ragazzo dai pantaloni rosa". In Rete centinaia di messaggi contro chi lo derideva e tante manifestazioni di solidarietà. La Procura di Roma apre un'inchiesta: non ci sono indagati, ma non è esclusa l'ipotesi di istigazione al suicidio
“Non ho parole…spero che ora siete contenti, bastardi pezzi di m…”, “Fate schifo! Vergognatevi, siete da arrestare tutti”, “Assassini, spero moriate!”. C’è tanta rabbia tra gli amici del quindicenne suicida a Roma due giorni fa e additato da alcuni compagni come gay. Qualcuno aveva persino creato un falso profilo Facebook per denigrarlo: ora quella pagina è inondata di commenti rabbiosi: “La pagherete spero in qualche modo. L’ignoranza che regna nelle vostre teste ha ucciso un ragazzino di 15 anni e voi ne siete colpevoli al 99%”, “Dovrete fare i conti con la vostra coscienza per il resto della vita”, e ancora: “Che quello che è successo vi serva per rendervi conto di quanto fa male essere derisi”. La Rete si è mobilitata per esprimere la propria solidarietà a quel giovane che i compagni chiamavano stupidamente “il ragazzo dai pantaloni rosa”, senza rendersi conto di quanto male gli stessero facendo.
Anche sua mamma ha scelto Facebook per un ultimo saluto: ”Forse perché così mi pare ancora di parlarti, forse per questo entro ed esco dal tuo profilo, indosso il tuo pigiama, cerco tra i tuoi appunti, i tuoi disegni, le tue cose. Voglio abbracciare i tuoi amici perché voglio abbracciare te e tutto il tuo mondo. Non capiamo, non accettiamo. Ti vogliamo con noi e BASTA! Papà ed io domani saremo da te per quell’ultimo bacio che tu dovevi a noi, perché così avrebbe dovuto essere per natura. Ci mancano le tue battute, le tue risate, le tue urla. Ci manca tutto. Anche il rumore dei tuoi passi quando giravi per casa nel silenzio della notte. Tutto di te! Eri ancora così acerbo, capace di un amore così grande, tu che ancora non avevi dato il tuo primo bacio. Con tutto l’amore che posso, riposa in pace figlio mio adorato”.
La Procura di Roma, intanto, ha deciso di avviare un’inchiesta sull’accaduto. Le indagini al momento non hanno indagati o ipotesi di reato, ma non si esclude che si possa successivamente arrivare ad ipotizzare l’istigazione al suicidio. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, hanno già avviato una serie di accertamenti per tentare di capire quali siano le ragioni che hanno portato il giovane a togliersi la vita impiccandosi. Oltre ai familiari potrebbero essere ascoltati a breve anche gli amici e compagni di classe del ragazzo. Secondo quanto denunciato dal portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo, il giovane potrebbe essere stato vittima di stalking a sfondo omofobo.
La solidarietà per il ragazzo non passa solo dal web. Gli studenti della Rete della Conoscenza hanno indetto per questa sera alle 19,30 una fiaccolata in suo onore in via di San Giovanni in Laterano a Roma, vicino al Colosseo. “E’ successo ancora. Questa volta a Roma si è tolto la vita uno studente di un liceo perché vittima di attacchi omofobici. A soli 15 anni il peso delle discriminazioni quotidiane da parte dei compagni di scuola lo ha schiacciato fino al punto di spingerlo a farla finita”. Così scrivono gli studenti, che invitano tutte le scuole e le associazioni ad aggregarsi alla fiaccolata, indossando per solidarietà un capo rosa, il colore che amava indossare il ragazzo.