Uno dei musicisti più influenti degli anni ottanta, artefice del tipico sound 4AD: esce la settimana prossima il nuovo album da solista di Robin Guthrie e nel frattempo scende in Italia per un paio di concerti
Nonostante la storica etichetta di Ivo Watts-Russell avesse già pubblicato tra ’80 ed ’81 due esordi straordinari come In the Flat Field dei Bauhaus e Prayers on Fire dei Birthday Party, quando parliamo del classico “suono 4AD” facciamo riferimento in particolar modo all’emblematico stile etereo e sognante sviluppato negli anni seguenti da formazioni quali Dead Can Dance, Cocteau Twins e This Mortal Coil. Più tardi – ma questo è un altro discorso – giungeranno anche Throwing Muses, Red House Painters e soprattutto Pixies a nobilitare ulteriormente un catalogo stellare che a distanza di trent’anni raccoglie e promuove ancora alcuni dei migliori artisti attualmente in circolazione come Ariel Pink’s Haunted Graffiti, Deerhunter, tUnE-yArDs, TV On The Radio.
I Cocteau Twins, la band scozzese composta originariamente da Elizabeth Fraser, Robin Guthrie e Will Heggie, esordiscono nel 1982, in piena epoca new wave, con l’ottimo album Garlands ed un EP di altrettanto pregevole fattura come Lullabies. Il loro suono primigenio ha un’impronta decisamente post-punk, abrasiva e gothic-dark, che pare ispirata da Joy Division e Siouxsie and the Banshees. Con l’uscita di Heggie dal gruppo la musica di Guthrie e della Frazer cambia fisionomia dilatandosi e sciogliendosi nell’acido delle struggenti e visionarie melodie dream pop, precorritrici dello shoegaze, del secondo splendido album Head Over Heels (1983). Tendenza accentuata ulteriormente l’anno successivo con Treasure, uno dei grandi classici della band, che dopo la partecipazione a It’ll End in Tears, prima uscita dei This Mortal Coil, supergruppo guidato dal boss della 4AD e composto anche dai Dead Can Dance Lisa Gerrard e Brendan Perry, aveva integrato in pianta stabile nella line-up il nuovo membro Simon Raymonde.
Nel decennio a seguire i gemelli Cocteau continuano a produrre dischi apprezzati da un pubblico sempre più ampio. Dopo lo scioglimento della band, nella seconda metà dei Novanta Robin Guthrie fonda insieme a Raymonde la Bella Union, etichetta di culto dal catalogo riempito negli anni a venire da nomi illustri (Dirty Three, Devics, Lift to Experience e molti altri) ed inizia a battere una strada decisamente “cinematografica”: mette in piedi una band come i Violet Indiana, che incide un paio di dischi romantici ed evocativi, realizza insieme ad Harold Budd la colonna sonora di un bel film di Gregg Araki ovvero Mysterious Skin (2004) ma non è finita qui perché Guthrie è autore molto prolifico e dal 2003 è artefice di parecchi lavori strumentali solisti, da Imperial a Continental, da Carousel ad Emeralds ed altri in collaborazione con artisti come Eraldo Bernocchi ed il già citato Harold Budd (Winter Garden, 2011) nonché altri pezzi grossi come Mark Gardener dei Ride o l’ex Ultravox John Foxx. Il suo nuovo album, Fortune, esce in digipack proprio in questi giorni e verrà pubblicato in vinile dalla Darla, in edizione limitata di trecento copie, nel gennaio 2013.
Il Robin Guthrie Trio, composto oltre che dall’ex chitarrista dei Cocteau Twins anche da Steve Wheeler al basso e da Antti Makinen alla batteria, si esibirà al Circolo Arci Calamita di Cavriago (RE) venerdì 23 novembre.