Il candidato alle primarie Pd a Parma, dove sei mesi fa trionfò Pizzarotti: "Attenzione, rimaniamo nel solco della Costituzione. Noi usiamo le primarie, lui sceglie i candidati su Internet e vi appone un timbro, Lenin gli fa un baffo"
“Vorrei dire a tante gente che sostiene il Movimento 5 stelle e a tanti giovani che si stanno avvicinando di fare attenzione: stiamo nel solco della Costituzione”. Pierluigi Bersani lancia un attacco frontale a Beppe Grillo e al suo movimento e lo fa da Parma, la città in cui sei mesi fa il Pd ha subito una delle più amare sconfitte elettorali, soccombendo al successo del sindaco Federico Pizzarotti e dei Cinque stelle: “Non allestiamo meccanismi che hanno poco a che fare con i processi democratici che conosciamo in tutto il mondo perché possono portarci fuori strada”.
Nella prima tappa del tour emiliano per la conclusione della campagna primarie, il candidato paragona la sua idea di democrazia a quella degli avversari, dal Pdl ai Cinque stelle. E riferendosi a Beppe Grillo (senza però pronunciare il suo nome) e ai suoi metodi di selezione dei candidati per Roma, attacca: “Sceglie i candidati via internet e vi appone un timbro: Lenin gli fa un baffo”.
L’obiettivo di Bersani è rimarcare la differenza tra i metodi del Pd e quelli dei Cinque stelle e per farlo utilizza proprio le primarie. “Noi le facciamo in un altro modo – spiega – Possiamo fare degli errori, ma un concetto solido di democrazia non ci sfugge mai”. Concetto che invece mancherebbe, secondo il segretario, nel movimento di Grillo. “Se il sistema di scelta è quello, si rischia di rimanere fuori dai processi di democrazia occidentale conosciuti da tutti”. Poi di nuovo, Bersani si rivolge ai giovani che si avvicinano al Movimento 5 stelle: “Come potete accettare un meccanismo in cui c’è uno che comanda e non accetta nemmeno una domanda?”.
Ad applaudire alle sue parole ci sono circa 150 persone riunite in un caffè di fianco al Duomo. L’ultima volta ad accogliere Bersani c’era una piazza piena di cittadini. Era maggio e il segretario del Pd doveva tirare la volata all’allora candidato sindaco Vincenzo Bernazzoli. A distanza di sei mesi e della sconfitta, quella definita da lui stesso una “non vittoria” la sera dell’elezione a primo cittadino di Federico Pizzarotti, a dare il benvenuto al segretario ci sono pochi cittadini e molti amministratori del partito, quelli che erano mancati al comizio di Matteo Renzi qualche settimana fa.
Bersani ci tiene a ricucire il rapporto con Parma dopo che i cittadini hanno voltato le spalle al loro candidato di ferro, e non lo nega. “Ci aspettiamo che la città valuti l’esperienza che sta facendo, di capire un giudizio su questa scelta. Parma l’abbiamo nel cuore e per noi quella della sconfitta non è stata una bella giornata. Però crediamo che le cose alla lunga si metteranno a posto, nel senso di capire che ci vuole un riformismo rinnovato, ma non si può abbandonare il solco di una logica democratica e costituzionale”. Sul fatto che a Parma gli elettori di Pizzarotti possano essere gli stessi di Matteo Renzi, dopo che la città ducale è diventata il simbolo dell’idea di rottamazione del partito invocata dal sindaco di Firenze, Bersani risponde con una personale idea di rinnovamento: “bisogna far girare la ruota, ma non dare un calcio all’esperienza – commenta – Bisogna che la ruota giri e che l’esperienza dia una mano, ma forse in giro ci sono idee più sbrigative”.
Bersani apre poi ai Cinque stelle su alcuni temi, dal rapporto diretto con i cittadini, all’uso del web, fino alla sobrietà dei cittadini. E ammette che sono soprattutto i partiti a doversi riavvicinare ai cittadini: “Bisogna cambiare registro e le primarie questa idea la stanno dando, con il fatto di metterci in gioco. Io non voglio essere il candidato perché lo dice uno statuto”.