Il gup del tribunale di Roma, nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Enav, ha disposto il rinvio a giudizio per Marina Grossi, l’ex amministratore delegato di Selex e moglie dell’ex presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini. Nell’ambito della stessa udienza il giudice ha dato il via libera al patteggiamento ad un anno di reclusione per l’imprenditore Tommaso Di Lernia e per l’ex consulente di Finmeccanica, Lorenzo Cola. Il processo per Marina Grossi, accusata di false fatturazioni, è stato fissato per il prossimo 9 aprile. La Procura aveva chiesto il suo rinvio a giudizio il 4 luglio scorso. Alla sbarra anche l’ex direttore commerciale di Selex, Manlio Fiore.
Il filone di indagine per il quale la moglie di Guarguaglini è stata rinviata a giudizio è quello relativo ad un giro di false fatture per operazioni inesistenti. Concorso in emissione di false fatture e appropriazione indebita i reati contestati dai pm. Di Lernia e Cola erano accusati anche di evasione fiscale. Quanto alla prima imputazione, gli inquirenti sostengono che Di Lernia, “previo concerto” con Cola, il quale avrebbe agito in accordo con Grossi e Fiore, avrebbe emesso fatture per circa due milioni e 400 mila euro, tra il febbraio 2009 ed il maggio 2010, per operazioni fittizie. L’ipotesi di evasione fiscale attribuita a Di Lernia e Cola fa riferimento all’emissione di fatture per cinque milioni di euro emesse, sempre per operazioni inesistenti, da parte delle società cipriote Antinaxt Trading Limited (3 milioni e 393.560 euro) e Esmako Limited (1 milione 385.822 euro), riconducibili a Di Lernia, al fine di far evadere le imposte alla Print Sistem.
I due, per gli inquirenti, avrebbero indicato nelle dichiarazioni Iva ed Ires relative al 2009 elementi passivi fittizi, di entità pari alle fatture riguardanti le operazioni inesistenti. L’appropriazione indebita è attribuita a tutti e quattro gli indagati. Secondo l’accusa gli indagati, in accordo tra loro, Di Lernia anche veicolando somme verso Cola, si sarebbero appropriati di una parte di una somma, un milione e 900 mila euro, frutto di una sovrafatturazione.
Giustizia & Impunità
Finmeccanica, rinviata a giudizio Marina Grossi per inchiesta su appalti Enav
L'ex amministratore delegato di Selex e moglie di Guarguaglini è accusata di false fatturazioni. Il processo è stato fissato per il prossimo 9 aprile, insieme all’ex direttore commerciale della società, Manlio Fiore. Il gup ha accolto la richiesta di patteggiamento a un anno per l'imprenditore Di Lernia e l'ex consulente Cola
Il gup del tribunale di Roma, nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Enav, ha disposto il rinvio a giudizio per Marina Grossi, l’ex amministratore delegato di Selex e moglie dell’ex presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini. Nell’ambito della stessa udienza il giudice ha dato il via libera al patteggiamento ad un anno di reclusione per l’imprenditore Tommaso Di Lernia e per l’ex consulente di Finmeccanica, Lorenzo Cola. Il processo per Marina Grossi, accusata di false fatturazioni, è stato fissato per il prossimo 9 aprile. La Procura aveva chiesto il suo rinvio a giudizio il 4 luglio scorso. Alla sbarra anche l’ex direttore commerciale di Selex, Manlio Fiore.
Il filone di indagine per il quale la moglie di Guarguaglini è stata rinviata a giudizio è quello relativo ad un giro di false fatture per operazioni inesistenti. Concorso in emissione di false fatture e appropriazione indebita i reati contestati dai pm. Di Lernia e Cola erano accusati anche di evasione fiscale. Quanto alla prima imputazione, gli inquirenti sostengono che Di Lernia, “previo concerto” con Cola, il quale avrebbe agito in accordo con Grossi e Fiore, avrebbe emesso fatture per circa due milioni e 400 mila euro, tra il febbraio 2009 ed il maggio 2010, per operazioni fittizie. L’ipotesi di evasione fiscale attribuita a Di Lernia e Cola fa riferimento all’emissione di fatture per cinque milioni di euro emesse, sempre per operazioni inesistenti, da parte delle società cipriote Antinaxt Trading Limited (3 milioni e 393.560 euro) e Esmako Limited (1 milione 385.822 euro), riconducibili a Di Lernia, al fine di far evadere le imposte alla Print Sistem.
I due, per gli inquirenti, avrebbero indicato nelle dichiarazioni Iva ed Ires relative al 2009 elementi passivi fittizi, di entità pari alle fatture riguardanti le operazioni inesistenti. L’appropriazione indebita è attribuita a tutti e quattro gli indagati. Secondo l’accusa gli indagati, in accordo tra loro, Di Lernia anche veicolando somme verso Cola, si sarebbero appropriati di una parte di una somma, un milione e 900 mila euro, frutto di una sovrafatturazione.
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Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "La balla della privacy con cui la maggioranza e il governo giustificano la loro lotta senza quartiere alle intercettazioni, oltre ad essere una motivazione del tutto falsa e smentita dai fatti, ormai non regge più nemmeno rispetto alle azioni dello stesso centrodestra. Infatti, mentre alla Camera demoliscono le intercettazioni, al Senato portano avanti l'articolo 31 del Ddl Sicurezza che consentirà ai Servizi segreti la schedatura di massa dei cittadini". Lo afferma la deputata M5S Valentina D'Orso, capogruppo in commissione Giustizia.
"Non sono più credibili nemmeno quando accampano motivazioni di comodo, si smentiscono con i loro stessi provvedimenti che in realtà rispondono a un disegno ormai chiaro: indebolire gli strumenti di indagine della magistratura che possono dar fastidio ai colletti bianchi e allo stesso tempo creare un brutale sistema di repressione del dissenso e controllo sui cittadini comuni".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - La Camera è riunita in seduta notturna per finire l'esame degli emendamenti al ddl intercettazioni, quindi le dichiarazioni di voto e il voto finale che dovrebbe arrivare nella serata. I lavori sono previsti fino alle 24.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "L'Italia ha ribadito che continueremo a sostenere l'Ucraina anche nel documento approvato oggi alla Camera e ieri al Senato. E' un impegno che noi manteniamo, continueremo a fare la nostra parte. Noi non siamo mai stati in guerra con la Russia e non abbiamo mai autorizzato l'uso di nostre armi da parte degli ucraini in territorio russo". Lo ha detto Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Mi pare che la telefonata Trump-Putin sia un segnale positivo così come quella tra Trump e Zelensky. Noi abbiamo chiesto che l'Ucraina fosse coinvolta e questo è accaduto. Noi incoraggiamo tutte le iniziative che portano alla pace. Non è facile ma qualche speranza c'è". Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Si tratta di garantire la sicurezza dell'intera Unione europea. C'è bisogno di rafforzare la sicurezza europea ma questo non significa essere guerrafondai. Per garantire la pace serve un equilibrio delle forze in campo per garantire la sicurezza dell'Europa e dell'Italia. Stiamo lavorando in questa direzione come un buon padre di famiglia che mette le finestre blindate perchè la sua famiglia sia al sicuro". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno. "Bisogna avere il coraggio di andare avanti: l'Europa è l'unico modo per essere sicuri".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Meloni non ha attaccato Altiero Spinelli. Mi sembra una tempesta in un bicchier d'acqua. Spinelli è un personaggio illustre della storia europea, lo rispetto e la presidente Meloni non lo ha mai offeso". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.