La lista, stilata dal consulente tecnico della procura di Roma, include al quinto posto per importo tra i beneficiari il Centro per il Futuro Sostenibile presieduto da Francesco Rutelli con 1 milione e 126 mila euro. L'ex presidente non contesta la cifra ma la novità del dato, salvo poi affermare: "Neppure un euro del partito ha preso una destinazione illecita"
“Aridaje”. Si apre così la lettera di Francesco Rutelli in risposta all’articolo di giovedì del Fatto nel quale davamo conto dell’elenco dei bonifici e degli assegni pagati dalla Margherita nell’era Lusi. Quella lista, stilata dal consulente tecnico del pm di Roma Stefano Pesci, include al quinto posto per importo tra i beneficiari il Centro per il Futuro Sostenibile presieduto da Francesco Rutelli con 1 milione e 126 mila euro. Rutelli non contesta la cifra ma la novità del dato. E sul punto ha ragione, salvo però poi far discendere da questa constatazione un’autoassoluzione totale un po’ generosa: “La conclusione delle indagini – scrive Rutelli – sul caso Lusi sarebbe l’occasione, anche per Il Fatto per evidenziare un fatto molto raro in Italia: che un’indagine capillare e sistematica svolta per 10 mesi dalla Procura di Roma … su bilanci, bonifici, conti correnti, fornitori della Margherita ha evidenziato che neppure un euro del partito ha preso una destinazione illecita o per interesse privato”.
Un’affermazione un po’ forte se si pensa ai 3 milioni e 600 mila ricevuti con bonifico dalla moglie di Lusi e ai 13 milioni e mezzo della società riferibile al tesoriere, la TTT srl. Rutelli, se fosse un giornalista del Fatto non si curerebbe di simili quisquilie ma darebbe questa lettura della chiusura indagine su Lusi: “Sarebbe l’occasione per fare ammenda per aver pubblicato più volte come credibili asserzioni dell’ex-tesoriere ladro, che le indagini hanno invece dimostrato essere calunniose. Invece… Il Fatto mi ha dedicato ieri l’ennesimo titolo a tutta pagina, corredato dall’ennesima falsa informazione (che le risorse attribuite al CFS siano state “330mila euro in più di quanto si sapeva finora”). Non è vero: anche quelle cifre figuravano nei rendiconti, regolarmente approvati e pubblicati, e riportati dalla stampa. Per precisione: nell’arco di 11 anni, risultano euro 6.619.010 destinati dalla Margherita ad associazioni, fondazioni, attività di formazione; tra questi – altro che “spese folli del tesoriere” – i contributi da voi citati al Centro Futuro Sostenibile e all’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, come anche al CFP (scuola di formazione di giovani presieduta da Massimo Cacciari, destinataria di 720.497 euro) e a diversi altri soggetti. Sapete già che io non ho comperato una casa, né una casetta, né una cuccia per il cane, con i soldi della Margherita. Che non ho ricevuto un centesimo per il lavoro svolto per il CFS, cui ho anzi contribuito con donazioni personali”.
Nessuno ha mai insinuato l’arricchimento personale del leader della Margherita e dell’Api ma sulla trasparenza dei conti e sul controllo dei fondi forse si poteva fare di più. Solo dopo lo scandalo Lusi e la pubblicazione di un articolo su L’espresso nel quale si svelava il flusso di bonifici per 860 mila euro da Margherita a Cfs – Rutelli aveva convocato una conferenza stampa nella quale era stata diffusa la cifra esatta e più alta di 1 milione e 126 mila euro, riportata allora dal Fatto e riproposta, senza ricordarlo, ieri. Resta però un passo ulteriore da fare sulla strada della trasparenza per Rutelli: rendicontare con esattezza su internet quello che ha fatto e quello che intende fare il Cfs con il milione e 126 mila euro di soldi pubblici ricevuti dalla Margherita e girati all’associazione ambientalista. E magari rendicontare all’euro anche il destino dei 192 mila euro, annotati nella lista della procura di Roma, e passati dalla Margherita all’associazione Cento Città, vicina a Rutelli.
Rutelli nella sua risposta aggiunge in compenso un dato interessante: la scuola di formazione politica presieduta da Massimo Cacciari, il CFP di Milano, ha incassato 720 mila euro. “A partire dal 2005”, spiega il direttore del CFP, Nicola Pasini, “siamo stati rimborsati dalla Margherita con 150 mila euro all’anno per i costi dei nostri corsi di formazione politica. Mi creda è tutto trasparente. Tutto on line. Anche la lezione di Luigi Lusi. Pensi che – conclude Pasini – il senatore venne a farci lezione sul finanziamento della politica. Era preparatissimo”. Chissà se quel giorno Lusi agli alunni avrà spiegato il senso delle spese sostenute a carico del partito. Per esempio i 133 mila euro di soldi pubblici bonificati dalla Margherita alla Vino Vip che distribuisce vino e prodotti locali in tutta Italia. Lusi dal 2008 al 2010 spende circa 20 mila euro ogni anno agli inizi del mese di gennaio per saldare le fatture relative ai regali di natale. “Il senatore Lusi non ha mai comprato una bottiglia per se. Ordinava vini sempre di origine abruzzese che avrebbe dovuto regalare. Di solito, passavano a ritirare i pacchi regalo gli autisti di Lusi, spesso erano destinati ad esponenti del partito”.
Passando al setaccio le spese dell’ex tesoriere della Margherita sorgono altri dubbi. A cosa servivano i 35 mila euro bonificati a favore della società Cantiere Navale, che si occupa di riparazioni di barche e yacht a Brindisi? Lusi era comunque un uomo generoso, con i soldi pubblici, e forse un po’ preveggente. Il senatore cattolico dona 133 mila euro al monastero Visitazione S. Maria di Reggio Calabria e altri 50 mila euro all’Associazione di volontariato Liberi per liberare, che si occupa dei detenuti. Oggi il munifico tesoriere è agli arresti domiciliari in un monastero in Abruzzo.