Tutti ormai conosciamo Instagram, l’applicazione mobile che consente di applicare simpatici filtri vintage alle foto che scattiamo con il nostro smartphone. Nel corso dell’ultimo anno ci sono state due grandi novità: la prima, risalente ai mesi scorsi, è la possibilità di utilizzare l’applicazione anche in ambiente Android. La seconda, di qualche settimana fa, è l’opportunità di visualizzare anche via pc i profili Instagram.
Inutile dire che il successo di questa App non conosce soste e ovviamente tantissimi brand la utilizzano per campagne di comunicazione, animare i profili social media, creare concorsi ad-hoc con i follower.
Anche in ambito culturale aumenta sempre di più il numero di musei che hanno aperto un profilo su Instagram: lo stesso blog ufficiale dell’applicazione aveva dedicato un post specifico al tema, elencando alcune istituzioni che si distinguevano per un utilizzo creativo dei filtri: San Francisco Museum of Modern Art, Brooklyn Museum oppure il Powerhouse Museum di Sidney.
Scatti “rubati” di un allestimento in progress, dietro le quinte di inaugurazioni o eventi particolari e molto altro: in sostanza, un uso assai informale per offrire agli utenti uno sguardo dei backstage o del lavoro dello staff e degli artisti. Il tutto con le sfumature tipiche di Instagram.
Recentemente il sito Complex.com ha pubblicato un articolo dedicato ai 20 musei da seguire su Instagram: in realtà non tutte le proposte sono entusiasmanti, ma in alcuni casi, come Brooklyn Museum o il MoMA dal profilo Instagram traspare eccome la vitalità che pervade il museo e le sue iniziative.