Non ho mai creduto, tolta qualche rara eccezione, che esistano persone sempre molto intelligenti e persone sempre molto cretine. Ho sempre creduto che la lotta tra intelligenza e cretinismo sia una lotta dettata, in parte, dalle condizioni di contesto, dagli stati emotivi, da mancanza di prospettive, da cattiva informazione. Dire sempre cose intelligenti alla pari di dire sempre cose cretine presupporrebbe uno sforzo disumano sconosciuto ai più. Penso quindi che si galleggi e che, interno a questa lotta, rappresenti un buon risultato raggiungere la supremazia di riflessioni e atti arguti rispetto a riflessioni e atti dementi.

Monti, oggi, non fa eccezione. Un cretino all’opera. La questione dell’Imu applicata al non profit, se recepita dal governo degli economisti, sta a dimostrare che gli studi universitari fatti tanti anni or sono non sono mai stati più rinfrescati e aggiornati dal giorno della ghirlanda sul capo e dei pasticcini di laurea.

L’idea di non profit esclusivamente gratuito che parrebbe avanzare nelle teste, momentaneamente vuote, di Monti e dei suoi ministri vanifica sforzi e tentativi che questo mondo da almeno venti anni sta facendo per lasciarsi alle spalle l’impronta delle suore misericordiose e delle dame della carità.

Una idea di non profit da vera retroguardia filantropica,  in cui il ricco, dallo sguardo accigliato, dona al povero alcune monete. Ci sembrava fosse superata da un più compiuto approccio in termini di diritti e non di elemosine, di processi sociali e non di stati d’animo.

Monti, bontà sua, ci fa tornare indietro esaltando la gratuità della prestazione e negando che, una organizzazione non profit, possa avere costi e impegni finanziari da onorare quotidianamente e, di conseguenza, anche una attività economica.

Mi viene difficile capire come una scuola  possa assicurare le prestazioni scolastiche gratuitamente. Come una mensa possa dare da mangiare a un senza casa in assenza di introiti economici. Come, una qualsiasi non profit possa offrire prestazioni, a migliaia, senza preoccuparsi di come reperire i fondi.

Che poi ci sia chi esulta perché le scuole private cattoliche segnano il passo è altra questione: questa norma delegittima anche l’attività delle mense per i poveri, delle comunità per minori, delle case per anziani e di tutto quel mondo socio assistenziale che, talvolta bene e talvolta male, rappresentano l’unica soluzione alla solitudine e all’abbandono.

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